COVID-19: decreto del Governo romeno sullo stato di allerta
Dopo due mesi di stato di emergenza, in cui il bilancio della pandemia di coronavirus indica oltre 17.000 contagi, la soglia psicologica di 1.000 decessi superata, ma anche più di 10.000 guariti, la Romania è passata allo stato di allerta. Il Governo ha adottato ieri il Decreto che lo istituisce per 30 giorni, dopo di che la normativa va al voto del Parlamento che potrà dare luce verde in maniera integrale o apportando delle modifiche. Comunque, la decisione produce da subito effetti giuridici, quindi anche fino al voto del Parlamento. In questo momento, il Governo ha tutte le leve e gli strumenti legali necessari, comprese le multe, per assicurare l’osservanza delle misure e dei provvedimenti decisi per difendere la salute e la vita della popolazione, ha dichiarato il premier Ludovic Orban.
Corina Cristea, 19.05.2020, 11:18
Definendo il successivo periodo come uno di massima allerta, il primo ministro ha richiamato l’attenzione ai colleghi del Governo che tutte le istituzioni dello stato vanno mobilitate al massimo per la piena osservanza delle misure e delle regole previste dai tre allegati del decreto sullo stato di allerta. L’uso della mascherina diventa obbligatorio negli spazi pubblici chiusi, nei negozi, al lavoro e sui mezzi pubblici di trasporto. Intanto, sono vietati i comizi, le dimostrazioni, le processioni o i concerti. Saranno inflitte delle multe a coloro che non rispetteranno i provvedimenti, in quanto questo virus genera grossi rischi per la popolazione, ha sottolineato il premier.
Inoltre, gli spostamenti fuori dalle località di residenza sono consentiti per motivi giustificati, in base al modulo di autocertificazione, e al tesserino di riconoscimento quando si tratta di lavoro. Lo stato di allerta porta nuove regole anche nel settore sanitario. Il Ministero della Salute coordina le attività di prevenzione e contrasto degli effetti della pandemia di COVID-19 nelle strutture sanitarie pubbliche. Inoltre, potranno essere sospesi dall’incarico i dirigenti del Ministero della Salute e delle strutture sanitarie subordinate per mancato adempimento degli obblighi in materia di lavoro, in grado di mettere in pericolo le persone e le misure di contenimento. Allo stesso tempo, il personale sanitario potrà essere distaccato solo in base al proprio accordo e del datore di lavoro che distacca, che deve rientrare nello stesso settore di attività. I pazienti affetti dal COVID-19 continueranno ad essere curati negli ospedali già attrezzati.