Costituzione: pres. Basescu, revisione tenga presente referendum 2009
Una commissione per la revisione della Costituzione è stata istituita di recente a Bucarest, e la modifica dei provvedimenti riguardanti il numero dei parlamentari si ritrova tra i temi tenuti presenti, dal momento che il Legislativo di Bucarest conta circa 600 eletti.
Corina Cristea, 22.03.2013, 13:46
Una commissione per la revisione della Costituzione è stata istituita di recente a Bucarest, e la modifica dei provvedimenti riguardanti il numero dei parlamentari si ritrova tra i temi tenuti presenti, dal momento che il Legislativo di Bucarest conta circa 600 eletti.
In una lettera alla Camera dei deputati, il presidente Traian Basescu ricorda che il dibattito sulla revisione dell Costituzione deve tenere in considerazione il referendum del 2009, quando i romeni si sono pronunciati per un Parlamento unicamerale con 300 membri.
Il capo dello stato sollecita la ripresa delle procedure parlamentari sulle proposte per la modifica della Legge fondamentale, in base al suo progetto, inviato al Senato e alla Camera a giugno 2011.
Traian Basescu accusa la maggioranza dell’Unione social-liberale di applicare una doppio standard, nel senso che invoca la volontà del popolo quando si fa riferimento a quanti romeni si sono pronunciati per la sua revoca al referendum del 2012, e invalidato, alla fine, in mancanza dell’affluenza necessaria, senza tenere in considerazione, invece, l’esito della consultazione popolare del 2009.
“Nella revisione della Costituzione, nessun politico dell’attuale maggioranza potrà ignorare l’obbligo di tenere in considerazione il referendum svoltosi a novembre 2009. Viene invocata la volontà del popolo per un referendum invalidato, come quello per la revoca, invalidato, però, a causa dell’insufficiente affluenza, che doveva raggiungere il 50% più uno degli elettori; invece, viene considerato irrilevante un referendum validato”, ha detto il capo dello stato.
D’altra parte, Traian Basescu ha restituito al riesame del Parlamento la Legge sullo statuto dei militari che, a suo avviso, tenta di mettere sotto controllo politico i generali. Se avesse promulgato la legge, 41 sarebbero andati a riposo.
“E’ per la prima volta dopo la Rivoluzione che si tenta di mettere i generali sotto controllo politico, sotto la minaccia di una decapitazione dell’esercito”, ha detto Traian Basescu.
La legge prevede che, dopo aver raggiunto l’età di pensionamento, i generali e gli ammiragli potranno rimanere attivi fino ai 60 anni solo con l’approvazione annua dei dirigenti. Il presidente non ritiene opportuno un simile provvedimento, in quanto lede la stabilità necessaria alla gestione delle forze armate.
Un simile condizionamento sarebbe in grado di trasformare l’Esercito in una massa facilmente manovrabile, sottoposta al fattore politico”, ha detto Traian Basescu. A suo avviso, la mancanza di prevvedibilità della normativa potrebbe avere effetti negativi sulla leadership efficace delle strutture militari.
Il presidente può avere un’opinione, però la decisione sulla forma finale della legge spetta al Parlamento, ha sottolineato il premier Victor Ponta, negando qualsiasi intenzione della maggioranza di controllare politicamente l’esercito.