Corruzione: proseguono inchieste al vertice
La Direzione per l’investigazione dei reati di criminalità organizzata e terrorismo ha presentato venerdì il bilancio. In 10 anni di attività, ha risolto quasi 65.000 dossier. In oltre 10.000 dei casi sono state elaborate delle requisitorie e oltre 30.000 persone sono state rinviate a giudizio. L’attuale dirigenza è contenta. Però, negli occhi di molti, solo a metà.
Roxana Vasile, 15.12.2014, 13:55
La Direzione per l’investigazione dei reati di criminalità organizzata e terrorismo ha presentato venerdì il bilancio. In 10 anni di attività, ha risolto quasi 65.000 dossier. In oltre 10.000 dei casi sono state elaborate delle requisitorie e oltre 30.000 persone sono state rinviate a giudizio. L’attuale dirigenza è contenta. Però, negli occhi di molti, solo a metà.
Al momento, la dirigenza della Direzione è assunta ad interim, dopo che Alina Bica, fino a poco fa capo dell’antimafia romena, attualmente sospesa dalla magistratura, è stata arrestata in un dossier di corruzione. E’ accusata di abuso d’ufficio ai tempi quando faceva parte della Commissione centrale incaricata alle restituzioni di terreni confiscati dall’ex regime comunista.
Nel 2011, lei sarebbe stata d’accordo, insieme ad altri membri della Commissione, a pagare all’imprenditore Gheorghe Stelian l’equivalente di circa 84 milioni di euro come risarcimenti per un parco di 13 ettari di Bucarest, anche se, in realtà, il terreno valeva molto meno. Stando agli inquirenti anticorruzione, il pregiudizio supera i 60 milioni di euro.
Che i tentacoli di quest’affare sono sempre più lunghi e che con il loro scioglimento vengono a galla anche altre sregolatezze, altrettanto gravi, lo dimostrano anche i recenti svelamenti fatti domenica. Si è appreso che Alina Bica, ora in custodia cautelare in carcere, è indagata in una nuova causa, disgiunta dal dossier dei risarcimenti sopravvalutati: ci sono dei sospetti che lei avrebbe ricevuto 3,5 milioni di euro come tangenti da un altro imprenditore, Ioan Nicolae, per tergiversare, fino alla prescrizione, la causa penale in cui lui era indagato dalla Direzione per l’investigazione dei reati di criminalità organizzata e terrorismo.
Oltre alla mazzetta, l’imprenditore avrebbe promesso alla Bica di intervenire negli ambienti politici affinchè lei venisse nominata procuratore generale della Romania. Il vicepremier Liviu Dragnea doveva sostenerla, fatto negato risolutamente dal leader socialdemocratico.
“E’ per la prima volta che sento questa informazione e, certamente, se non fosse da piangere, sarebbe da ridere. Che Dio mi perdoni, ma come avrei potuto farlo? Ho sentito che ho proposto procuratore generale. Non sono il ministro della Giustizia, non sono stato il ministro della Giustizia, a chi proporla?”, ha dichiarato Liviu Dragnea.
Intanto, le indagini dei procuratori anticorruzione nel caso dei risarcimenti abusivi continuano e, a qualsiasi uomo della strada, le macchinazioni sospettate, estremamente complicate, e le somme veicolate, con molti zeri, fanno venire le vertigini. Alina Bica avrebbe ricevuto, senza pagare il controvalore, un terreno nei pressi di Bucarest.
E l’imprenditore Dorin Cocos, fino al 2013 marito del leader del Partito del Movimento Popolare (PMP), Elena Udrea, candidata quest’anno alla Presidenza della Romania, suo figlio e l’ex moglie avrebbero ricevuto soldi in seguito al coinvolgimento nel risarcimento di Gheorghe Stelian. La presidente del PMP, legata a un’amicizia di notorietà ad Alina Bica, ha negato qualsiasi coinvolgimento in questo caso.