Corruzione: nuovi fermi nei fascicoli su restituzione proprietà
I procuratori romeni anticorruzione portano alla luce aspetti sempre più intricati del losco affare in cui è implicata l’Autorità Nazionale per la Restituzione delle Proprietà, stringendo sempre di più il laccio intorno a quelli sospettati di aver orchestrato una truffa su larga scala. L’ex presidente dell’Autorità, Crinuţa Dumitrean, è stata messa, oggi, in custodia cautelare, per 30 giorni, e l’ex vicepresidente Oana Vasilescu, sarà indagata in stato di libertà sotto controllo giudiziario nel caso in cui era già stata arrestata anche Alina Bica, fino a poco tempo fa procuratore capo della Direzione d’Investigazione dei Reati di Criminalità Organizzata e Terrorismo, attualmente sospesa dalla magistratura. Le tre sono accusate di abuso d’ufficio quando erano membri della Commissione centrale incaricata di occuparsi della restituzione dei terreni confiscati durante il regime comunista. Nel 2011, avrebbero accettato il pagamento ad un uomo d’affari dell’equivalente di circa 84 milioni di euro a titolo di risarcimento per un parco di 13 ettari a Bucarest, sebbene, in realtà, il valore del terreno fosse inferiore.
Roxana Vasile, 25.11.2014, 12:28
I procuratori romeni anticorruzione portano alla luce aspetti sempre più intricati del losco affare in cui è implicata l’Autorità Nazionale per la Restituzione delle Proprietà, stringendo sempre di più il laccio intorno a quelli sospettati di aver orchestrato una truffa su larga scala. L’ex presidente dell’Autorità, Crinuţa Dumitrean, è stata messa, oggi, in custodia cautelare, per 30 giorni, e l’ex vicepresidente Oana Vasilescu, sarà indagata in stato di libertà sotto controllo giudiziario nel caso in cui era già stata arrestata anche Alina Bica, fino a poco tempo fa procuratore capo della Direzione d’Investigazione dei Reati di Criminalità Organizzata e Terrorismo, attualmente sospesa dalla magistratura. Le tre sono accusate di abuso d’ufficio quando erano membri della Commissione centrale incaricata di occuparsi della restituzione dei terreni confiscati durante il regime comunista. Nel 2011, avrebbero accettato il pagamento ad un uomo d’affari dell’equivalente di circa 84 milioni di euro a titolo di risarcimento per un parco di 13 ettari a Bucarest, sebbene, in realtà, il valore del terreno fosse inferiore.
Stando ai procuratori anticorruzione, i danni superano 60 milioni di euro. Siccome nella detta Commissione erano membri, all’epoca, anche il deputato democratico-liberale Catalin Teodorescu e Marko-Attila Gabor, membro dell’Unione Democratica Magiari di Romania, i procuratori hanno chiesto alla Camera dei Deputati il via libera anche per il loro fermo. Nella stessa causa, gestita con il sostegno di specialità dell’Intelligence romena, sono stati arrestati anche un ex vicepresidente dell’Agenzia delle Entrate e l’esperto valutatore immobiliare. Nè l’uomo d’affari Dorin Cocos, ex marito del leader del partito Il Movimento Popolare, Elena Udrea, candidata quest’anno alla presidenza della Romania, sarebbe estraneo alla vicenda. Cocos avrebbe chiesto 10 milioni di euro per intervenire presso l’Autorità Nazionale per la Restituzione delle Proprietà a favore della rispettiva domanda di risarcimento. Lo stesso Cocos è indagato, in stato di custodia cautelare, in un’altra causa clamorosa — Microsoft — sull’acquisto di licenze IT per le scuole in Romania.
La Direzione Nazionale Anticorruzione ha chiesto il via libera al perseguimento penale di 9 ex ministri dei governi sia di destra, che di sinistra, nel caso Microsoft, accusati che, assieme a persone delle società implicate nel progetto, avrebbero chiesto 20 dei 54 milioni di dollari pagati dal Governo per il rispettivo contratto. Tra gli ex ministri anche quello delle Comunicazioni, Dan Nica, diventato eurodeputato lo scorso maggio. Il presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz, ha confermato di aver ricevuto dalla Direzione Nazionale Anticorruzione una richiesta di rimozione dell’immunità di Dan Nica, che sarà inoltrata alla Commissione Affari Giuridici.
Non in ultimo, va ricordato un terzo fascicolo di corruzione clamoroso, che vede come protagonisti importanti esponenti politici e che riguarda la restituzione illegale di foreste, con danni allo stato di oltre 300 milioni di euro.
(traduzione di Adina Vasile)