Corruzione: in crescita rinvii a giudizio nel 2013
Il 2013 è stato un anno difficile per la Direzione Nazionale Anticorruzione della Romania — segnato sia dalle modifiche nell’organizzazione e nella legislazione, che dalle pressioni pubbliche, in aumento, nei confronti dei procuratori. Lo ha dichiarato il capo della Direzione Nazionale Anticorruzione, Laura Codruta Kovesi, presentando il bilancio dell’attività dell’istituzione. In questo contesto, ha detto ancora la Kovesi, la Direzione Nazionale Anticorruzione ha rinviato a giudizio, lo scorso anno, oltre 1000 imputati, compresi ministri, parlamentari, presidenti di consigli provinciali e sindaci, di un terzo in più rispetto al 2012. Stando ai procuratori anticorruzione, i pregiudizi totali sono ammontati a 250 milioni di euro.
România Internațional, 28.02.2014, 12:26
Il 2013 è stato un anno difficile per la Direzione Nazionale Anticorruzione della Romania — segnato sia dalle modifiche nell’organizzazione e nella legislazione, che dalle pressioni pubbliche, in aumento, nei confronti dei procuratori. Lo ha dichiarato il capo della Direzione Nazionale Anticorruzione, Laura Codruta Kovesi, presentando il bilancio dell’attività dell’istituzione. In questo contesto, ha detto ancora la Kovesi, la Direzione Nazionale Anticorruzione ha rinviato a giudizio, lo scorso anno, oltre 1000 imputati, compresi ministri, parlamentari, presidenti di consigli provinciali e sindaci, di un terzo in più rispetto al 2012. Stando ai procuratori anticorruzione, i pregiudizi totali sono ammontati a 250 milioni di euro.
“Abbiamo toccato con le nostre indagini zone che sembravano intangibili e abbiamo indagato su persone che sembravano immuni davanti alla legge. Sebbene i procuratori siano stati accusati diverse volte di aver aperto fascicoli su ordine politico, le sentenze dei tribunali hanno dimostrato che i reati si sono basati su prove solide e non su reati inventati nei confronti di certe persone”, ha detto la Kovesi.
Pressioni politiche ha accusato anche la presidente dell’Alta Corte di Cassazione e Giustizia, Livia Stanciu, la quale ha affermato che alcuni politici desiderano il ritorno ad una giustizia controllata e che c’è il rischio che alcune istituzioni del sistema giudiziario non resistano più alle pressioni.
“Una forma di pressione sulla giustizia può essere la modifica della Legge sull’organizzazione e il funzionamento della giustizia; è la modalità più nascosta di mettere sotto controllo certe istituzioni forti dello stato”, ha affermato la Stanciu.
La corruzione istituzionale ha continuato ha rappresentare un problema ampiamente diffuso in Romania nel 2013, intaccando tutti i settori della società. Lo rileva il Rapporto del Dipartimento di Stato americano sul rispetto dei diritti umani nel 2013, reso pubblico giovedi’ a Washington. Opinione condivisa anche dalla Commissione Europea, che, nel primo rapporto sulla corruzione negli stati membri Ue, mostra che in Romania questo fenomeno, sia su piccola scala, che al vertice, resta un problema sistemico. Il documento rileva inoltre che esistono risultati positivi nel perseguimento penale e, ultimamente, nel giudizio dei casi di corruzione al vertice, in seguito agli sforzi di certi organismi specializzati nell’attuazione della legge, come la Direzione Nazionale Anticorruzione, ma i risultati restano instabili e lievemente reversibili.
La Romania, accanto alla Bulgaria, resta sotto monitoraggio nell’ambito del Meccanismo di Cooperazione e Verifica, per combattere meglio questo flagello. Nel più recente rapporto stilato nell’ambito del Meccanismo, dello scorso gennaio, la Commissione Europea menziona le sue preoccupazioni per l’indipendenza della giustizia e per le modifiche poco trasparenti e fatte in fretta della legislazione in questo campo.