Corruzione: arresti tra i cosiddetti baroni locali
I magistrati romeni continuano a mettere sotto accusa, fermare o mettere in custodia cautelare i protagonisti, per molto tempo intangibili, di una serie di fascicoli di corruzione al vertice. Altri simili personaggi hanno passato la notte tra giovedi’ e venerdi’ in custodia cautelare. Si tratta di cosiddetti baroni locali, che dopo più mandati ai vertici dell’amministrazione locale, avevano trasformato la loro provincia o città in dei veri feudi. Il presidente sospeso del Consiglio Provinciale di Costanza (provincia nel sud-est della Romania), il socialdemocratico Nicusor Contantinescu, è stato preso, ieri pomeriggio, dai poliziotti dall’aeroporto internazionale di Bucarest e portato direttamente in tribunale, per la conferma del mandato di arresto. All’inizio della settimana, Constantinescu era stato fermato in Turchia, in base ad un mandato internazionale, dopo aver trascorso 6 mesi negli Usa, per cure mediche. Partito legalmente per gli Usa, Constantinescu non è più tornato in Romania alla data fissata dai procuratori che lo indagavano in tre fascicoli penali, per abuso d’ufficio contro gli interessi pubblici e benefici indebiti. Vicino, sin dai primi anni 2000, all’influente sindaco di della città di Costanza, Radu Mazare, Constantinescu ha gestito una delle province più dinamiche del Paese dal punto di vista economico, che vanta anche il maggiore porto marittimo romeno.
Bogdan Matei, 07.11.2014, 14:57
I magistrati romeni continuano a mettere sotto accusa, fermare o mettere in custodia cautelare i protagonisti, per molto tempo intangibili, di una serie di fascicoli di corruzione al vertice. Altri simili personaggi hanno passato la notte tra giovedi’ e venerdi’ in custodia cautelare. Si tratta di cosiddetti baroni locali, che dopo più mandati ai vertici dell’amministrazione locale, avevano trasformato la loro provincia o città in dei veri feudi. Il presidente sospeso del Consiglio Provinciale di Costanza (provincia nel sud-est della Romania), il socialdemocratico Nicusor Contantinescu, è stato preso, ieri pomeriggio, dai poliziotti dall’aeroporto internazionale di Bucarest e portato direttamente in tribunale, per la conferma del mandato di arresto. All’inizio della settimana, Constantinescu era stato fermato in Turchia, in base ad un mandato internazionale, dopo aver trascorso 6 mesi negli Usa, per cure mediche. Partito legalmente per gli Usa, Constantinescu non è più tornato in Romania alla data fissata dai procuratori che lo indagavano in tre fascicoli penali, per abuso d’ufficio contro gli interessi pubblici e benefici indebiti. Vicino, sin dai primi anni 2000, all’influente sindaco di della città di Costanza, Radu Mazare, Constantinescu ha gestito una delle province più dinamiche del Paese dal punto di vista economico, che vanta anche il maggiore porto marittimo romeno.
Membro del Partito Socialdemocratico è anche il sindaco di Pitesti (città nel sud del Paese), Tudor Pendiuc, fermato, ieri sera, dopo ore di ascolti, con l’accusa di abuso d’ufficio e tangenti. Assieme a Pediuc, eletto per la prima volta nel 1992, uno dei più longevi sindaci romeni in carica, sono state fermate altre 4 persone, compresa sua figlia.
Imparziali, i procuratori non hanno nel mirino solo esponenti locali del Partito Socialdemocratico, numero uno della coalizione governativa di Bucarest. A soli 60 km di distanza l’una dall’altra, le città di Bacau e Piatra-Neamt (nel nord-est) sono rimaste, quest’anno, senza i sindaci ritenuti leader importanti dell’Opposizione. Il sindaco liberale di Bacau, Romeo Stavarache, e il sindaco democratico-liberale di Piatra-Neamt, Gheorghe Stefan, — quest’ultimo un sostenitore del capo dello stato Traian Basescu — sono finiti dietro le sbarre sempre per atti di corruzione. A Brasov (nel centro), il presidente del Consiglio Provinciale, Aristotel Cancescu, membro del Partito Nazional-liberale, è, dal canto suo, al centro di una clamorosa indagine. Tutti sono stati personaggi-chiave in altri anni elettorali, grazie alla loro clientela politica, che spazia da sindaci di comune ad assisti e da direttori di enti pubblici a titolari d’imprese che fanno affari con l’amministrazione locale. Il loro trasferimento dalla sedia di barone locale sul banco degli imputati potrebbe riconfigurare, affermano gli analisti, anche il paesaggio elettorale dei loro ex feudi.
(traduzione di Adina Vasile)