Coronavirus: vertice UE in videoconferenza, pres. Iohannis, proteggere cittadini massima priorità
In seguito all’emergenza coronavirus, i leader dei 27 stati membri dell’UE si sono riuniti ieri sera in un vertice straordinario in videoconferenza. Al termine della riunione, il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha fatto riferimento alle quattro priorità che tutti i partecipanti si sono dati: limitare la diffusione del virus, assicurare le forniture mediche, evitando le restrizioni al mercato unico, promuovere la ricerca e affrontare le conseguenze economiche, anche tramite un’applicazione flessibile delle norme comunitarie.
România Internațional, 11.03.2020, 12:07
In seguito all’emergenza coronavirus, i leader dei 27 stati membri dell’UE si sono riuniti ieri sera in un vertice straordinario in videoconferenza. Al termine della riunione, il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha fatto riferimento alle quattro priorità che tutti i partecipanti si sono dati: limitare la diffusione del virus, assicurare le forniture mediche, evitando le restrizioni al mercato unico, promuovere la ricerca e affrontare le conseguenze economiche, anche tramite un’applicazione flessibile delle norme comunitarie.
Subito dopo il vertice straordinario a 27, il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha rivolto un appello a solidarietà e sostegno. Dobbiamo essere realisti: il rischio di una pandemia resta alto. Combattere il coronavirus significa uno stretto coordinamento a livello nazionale, europeo e globale. Nel corso del vertice in videoconferenza, ho scambiato con tutti i leader degli stati UE informazioni sull’evoluzione della situazione nei nostri Paesi. Abbiamo tutti concordato che è assolutamente necessario uno stretto coordinamento per combattere gli effetti del contagio dal coronavirus. Solo tramite misure congiunte, in grado di arginare la diffusione del virus, riusciremo a gestire in modo efficace questa crisi e solo insieme riusciremo a prevenire effetti gravi sulle economie europee, ha detto il capo dello stato romeno.
L’emergenza coronavirus è stata affrontata anche al Parlamento europeo. Gli eurodeputati si sono pronunciati per una risposta comunitaria, solidarietà, investiemnti nella ricerca o nel riaggiustamento delle capacità produttive europee di medicine, attrezzature mediche e vaccini. Le mascherine, i tamponi e i ventilatori polmonari dovrebbero essere prodotti nell’Unione Europea e resi disponibili a tutti gli stati membri, hanno sottolineato gli eurodeputati.
Oggi abbiamo bisogno di scorte comuni di farmaci e attrezzatture mediche, nonchè della mobilitazione del personale sanitario dell’Unione nelle aree più colpite. Ma in ugual misura, servono anche leadership e la diffusione veloce delle informazioni affidabili. La risposta all’attuale crisi non consiste nel limitare le esportazioni e nel dire si salvi chi può. Questa crisi interessa tutti noi e solo insieme possiamo uscirne, ha detto l’eurodeputato romeno Nicolae Ştefănuţă dell’Alleanza USR-PLUS affiliata al Gruppo Renew Europe.
Anche se al momento si contano solo alcune decine, il numero dei contagi è in crescita in Romania. Per prevenire la diffusione, le autorità hanno disposto la chiusura degli asili d’infanzia, delle scuole e dei licei pubblici e privati da oggi fino al 22 marzo, che potrà essere prolungata a seconda dell’evoluzione. Il segretario di stato al Ministero dell’Interno, Raed Arafat, ha annunciato oggi anche la chiusura delle università fino al 31 marzo.
Inoltre, il Governo ha deciso di aumentare il budget del Ministero della Salute per attrezzare le strutture sanitarie alle cure necessarie alle persone affette dal coronavirus, nonchè per portare avanti in buone condizioni, in questo contesto, le terapie destinate ai pazienti cronici. Un problema particolare sono i romeni all’estero, soprattutto in Italia, che hanno scelto di rientrare nel Paese per sfuggire al contagio. Il ministro dell’Interno in carica, Marcel Vela, ha spiegato che i cittadini romeni e stranieri in arrivo da focolai al confine occidentale, vengono scortati da poliziotti e gendarmi verso le strutture di quarantena.