Coronavirus: altri 365 romeni rimpatriati dall’Italia
365 cittadini romeni sono stati rimpatriati ieri sera dall’Italia, con due voli charter di una compagnia privata, provenienti da Venezia. Lo riferisce il Ministero degli Esteri romeno in un comunicato diramato stamattina. Come i precedenti voli, che ultimamente hanno portato centinaia di romeni da Torino, Venezia e Roma, anche quelli di ieri sera sono stati organizzati dal Ministero degli Esteri e dal Ministero dei Trasporti di Bucarest, per facilitare il rientro in Patria dei connazionali non residenti, assunti come lavoratori stagionali, colpiti dalle drastiche restrizioni delle attività economiche in Italia, nonchè di coloro che si trovano in situazioni particolari in questo momento nella Penisola, senza possibilità reali di prolungare la permanenza, indica il comunicato.
Iuliana Sima Anghel, 28.03.2020, 10:42
365 cittadini romeni sono stati rimpatriati ieri sera dall’Italia, con due voli charter di una compagnia privata, provenienti da Venezia. Lo riferisce il Ministero degli Esteri romeno in un comunicato diramato stamattina. Come i precedenti voli, che ultimamente hanno portato centinaia di romeni da Torino, Venezia e Roma, anche quelli di ieri sera sono stati organizzati dal Ministero degli Esteri e dal Ministero dei Trasporti di Bucarest, per facilitare il rientro in Patria dei connazionali non residenti, assunti come lavoratori stagionali, colpiti dalle drastiche restrizioni delle attività economiche in Italia, nonchè di coloro che si trovano in situazioni particolari in questo momento nella Penisola, senza possibilità reali di prolungare la permanenza, indica il comunicato.
Il MAE romeno rinnova i precedenti appelli ai connazionali di evitare qualsiasi viaggio all’estero che non è assolutamente necessario. Ai connazionali residenti o domiciliati all’estero viene sollecitato di rispettare strettamente le raccomandazioni delle autorità dei rispettivi Paesi. Il MAE sottolinea che i viaggi in Romania sono sconsigliati, in quanto sempre più intaccati dalle restrizioni imposte dai Paesi di transito, che riducono notevolmente le possibilità delle autorità romene di concedere assistenza, oltre al rappresentare un fattore in più nella diffusione del COVID-19.