Coordinamento per protezione antisismica
I devastanti terremoti avvenuti la scorsa settimana in Turchia e Siria, come anche gli spaventosi – in quanto inconsueti – sismi verificatisi nei giorni scorsi nella regione dell’Oltenia, nel sud-ovest della Romania, sembrano aver scosso anche le autorità di Bucarest. Il premier Nicolae Ciucă ha sottolineato che gli standard nell’edilizia e la qualità dei materiali vanno rivisti e controllati nuovamente, affinchè quello che è previsto nei progetti coincida con quello che si costruisce.
Bogdan Matei, 16.02.2023, 10:41
I devastanti terremoti avvenuti la scorsa settimana in Turchia e Siria, come anche gli spaventosi – in quanto inconsueti – sismi verificatisi nei giorni scorsi nella regione dell’Oltenia, nel sud-ovest della Romania, sembrano aver scosso anche le autorità di Bucarest. Il premier Nicolae Ciucă ha sottolineato che gli standard nell’edilizia e la qualità dei materiali vanno rivisti e controllati nuovamente, affinchè quello che è previsto nei progetti coincida con quello che si costruisce.
Nella riunione governativa svoltasi ieri, il primo ministro ha annunciato la creazione di un gruppo interministeriale incaricato principalmente a provvedere alla prevenzione, alla preparazione e alla risposta delle istituzioni in situazioni di emergenza. Nicolae Ciucă ha spiegato che un’attenzione particolare sarà concessa all’infrastruttura scolastica a rischio sismico. Il premier ha sollecitato anche una verifica delle imprese turche che hanno costruito in Romania.
Stando ai commentatori, sotto questo profilo, la storia turca presenta parecchie somiglianze con quella romena dopo il 1990, con la differenza essenziale che la Romania è stata risparmiata nel giro di questi anni dal test dei sismi di magnitudo simile a quelli avvenuti in Turchia. In prossimità delle elezioni del 2018, il governo islamo-conservatore di Ankara ha concesso un’amnistia agli edifici costruiti senza autorizzazione. Nove milioni di proprietari di case si sono autodenunciati allora, legalizzando così la propria situazione. I commentatori ammettono che è difficile dire quante di queste case siano state abbattute dal terremoto del 6 febbraio.
Nella regione dell’Oltenia, i terremoti – di magnitudo superiore a 5 – hanno provocato danni materiali e panico acuto, ma non hanno messo in pericolo la vita della popolazione. Il ministro dello Sviluppo, Cseke Attila, ha spiegato che finora sono stati firmati contratti per il consolidamento di 240 edifici in zone esposte al rischio sismico, con l’aiuto del finanziamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. D’altronde, lo Stato finanzia il consolidamento degli edifici a rischio sismico tramite più programmi. Solo attraverso il PNRR saranno stanziati 555 milioni di euro e sulla piattaforma del Ministero sono già state registrate 290 sollecitazioni.
Il 4 marzo 1977, un terremoto di magnitudo 7,2, il più grave che ha colpito la Romania moderna, ha provocato la morte di 1.570 persone, la maggior parte a Bucarest, causando danni materiali stimati all’epoca a un valore di oltre due miliardi di dollari. Circa 230.000 abitazioni sono state distrutte o gravemente danneggiate, mentre centinaia di unità economiche hanno cessato la loro attività. Il terremoto generò una crisi economica e sociale che, secondo gli storici, la dittatura comunista non riuscì a superare fino al suo crollo nel 1989. Gli specialisti avvertono che, in caso di un terremoto simile a quello del 1977, solo a Bucaret centinaia di edifici potrebbero crollare. Ogni anno, in Romania, si registrano oltre 100 terremoti di magnitudo superiore a 3 della scala Richter.