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Cooperazione militare romeno-americana

Il presidente romeno Klaus Iohannis ha promulgato la legge sull’acquisto di 7 sistemi di missili americani Patriot. La normativa era stata adottata la scorsa settimana dalla Camera dei deputati, decisionale in questo caso, dopo il precedente via libera dal Senato. Il ministro della Difesa, Mihai Fifor, ha spiegato che l’esercito romeno potrà utilizzare a breve i nuovi sistemi, definiti dagli esperti come ultra-performanti. Nella seconda metà del 2019, il primo sistema sarà nel Paese, per diventare perfettamente operativo dalla prima metà del 2020. Praticamente, il programma si stende per sette anni, cosicchè, passati questi sette anni, potremo avere i sistemi perfettamente operativi in Romania, ha detto il ministro.

Cooperazione militare romeno-americana
Cooperazione militare romeno-americana

, 28.11.2017, 13:17

Il presidente romeno Klaus Iohannis ha promulgato la legge sull’acquisto di 7 sistemi di missili americani Patriot. La normativa era stata adottata la scorsa settimana dalla Camera dei deputati, decisionale in questo caso, dopo il precedente via libera dal Senato. Il ministro della Difesa, Mihai Fifor, ha spiegato che l’esercito romeno potrà utilizzare a breve i nuovi sistemi, definiti dagli esperti come ultra-performanti. Nella seconda metà del 2019, il primo sistema sarà nel Paese, per diventare perfettamente operativo dalla prima metà del 2020. Praticamente, il programma si stende per sette anni, cosicchè, passati questi sette anni, potremo avere i sistemi perfettamente operativi in Romania, ha detto il ministro.

Il piano di acquisti del Ministero della Difesa include anche veicoli trasporto truppe 8X8 Piranha. I primi 30 dovrebbero essere acquistati sempre dagli Stati Uniti, mentre gli altri potrebbero essere prodotti presso gli stabilimenti dell’Azienda metalmeccanica di Bucarest. Mica pochi, i soldi destinati a questi acquisti sono stanziati dal bilancio dello stato. Grazie ad un patto politico sottoscritto da tutti i partiti parlamentari, della maggioranza o all’opposizione, di destra o sinistra, 2 punti percentuali del Pil della Romania sono destinati alla difesa. E’ quanto hanno desiderato sia il presidente americano Donald Trump che il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, da tutti gli stati membri dell’Alleanza.

Come notano gli esperti, per decine di anni sotto l’ombrello sicuro della NATO, gli europei hanno aspetatto esclusivamente gli americani a difenderli dalle minacce esterne. Orbene, sullo sfondo delle minacce crescenti nell’est e nel sud, è giunta l’ora che l’Europa faccia maggiori investimenti nella propria sicurezza. Da questo punto di vista, la Romania è percepita nel top della classifica, e la sua collaborazione militare con gli Stati Uniti, cui è legata da due decenni da un Partenariato Strategico, è definita come eccellente. Anche in questo momento, notava l’ambasciatore americano a Bucarest, Hans Klemm, la Romania è il quarto più importante contributore nell’ambito della missione NATO Resolute Support in Afghanistan, dove reca un contributo maggiore della Gran Bretagna.

I militari americani, aggiunge Klemm, considerano molto, molto bravi gli oltre 620 compagni romeni dispiegati nel Paese centroasiatico, al fianco dei quali combattono contro il terrorismo. D’altronde, anche se allora non faceva parte della NATO, di cui è diventato membro nel 2004, la Romania si è schierata sin dal primo momento con la coalizione internazionale antiterroristica creata dopo gli attentati dell’11 settembre 2011. Inoltre, la Romania ospita spesso esercitazioni multinazionali dell’Alleanza, ma anche basi militari e componenti dello scudo americano antimissile, il che la rende uno dei più importanti partner degli Stati Uniti nella regione.

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