Contributi previdenziali: via libera dal Senato a ddl taglio
Il Senato romeno ha adottato, a larga maggioranza, il ddl sul taglio del 5% dei contributi previdenziali per i datori di lavoro. Se riceverà anche il via libera della Camera dei Deputati, che ha il potere decisionale, il ddl andrà al voto della plenaria, in una sessione straordinaria, all’inizio di luglio ed entrerà in vigore il prossimo 1 ottobre. Nella motivazione che accompagna il ddl promosso dal Governo si mostra che l’implementazione di questa misura è necessaria all’ambiente d’affari in Romania. Attraverso il taglio dei contributi del 5%, aumentano i fondi rimasti a disposizione dei datori e si possono creare nuovi posti di lavoro. In questo modo, aumenterà anche il numero dei contribuenti e sarà stimolato il mondo d’affari.
Valentin Țigău, 25.06.2014, 14:39
Il Senato romeno ha adottato, a larga maggioranza, il ddl sul taglio del 5% dei contributi previdenziali per i datori di lavoro. Se riceverà anche il via libera della Camera dei Deputati, che ha il potere decisionale, il ddl andrà al voto della plenaria, in una sessione straordinaria, all’inizio di luglio ed entrerà in vigore il prossimo 1 ottobre. Nella motivazione che accompagna il ddl promosso dal Governo si mostra che l’implementazione di questa misura è necessaria all’ambiente d’affari in Romania. Attraverso il taglio dei contributi del 5%, aumentano i fondi rimasti a disposizione dei datori e si possono creare nuovi posti di lavoro. In questo modo, aumenterà anche il numero dei contribuenti e sarà stimolato il mondo d’affari.
Un rarità nel Parlamento romeno — non solo i partiti della Maggioranza, ma anche l’Opposizione ha salutato il ddl. I sindacati affermano però che l’economia romena non è pronta per questa misura, che andrebbe applicata dal 1 ottobre. Il leader del Blocco Nazionale Sindacale, Dumitru Costin, ha dichiarato che il taglio dei contributi provocherà uno squilibrio nel budget della previdenza sociale.
“Secondo il modello economico attuale della Romania, questo taglio non porterà laddove spera il Governo romeno, cioè al conformarsi alla legge dei datori e lavoratori, alla conclusione di contratti di lavoro. Dovremo raggiungere un’ingente cifra di stipendiati in Romania, intorno ad oltre 8 milioni. È impossibile credere che, in un anno, saranno creati oltre 2 milioni di posti di lavoro nell’economia romena”, ha spiegato Costin.
Anche il FMI si è mostrato scettico sul taglio dei contributi previdenziali. Il suo portavoce, Gerry Rice, afferma che vanno presi in calcolo gli effetti sul bilancio e l’influenza sui target fiscali, nel 2015. Dal canto suo, il vicepresidente della Banca Europea per gli Investimenti, Mihai Tanasescu, sebbene non creda che il taglio dei contributi porti a degli squilibri, ritiene che esso vada accompagnato da ristrutturazioni.
“Una simile misura va fortemente accompagnata da una ristrutturazione dell’Amministrazione fiscale, per raccogliere meglio e di più, e, non in ultimo, da una ritsrutturazione delle spese pubbliche per stabilire più correttamente le priorità, cosicchè il volume degli investimenti abbia un trend crescente, anzichè decrescente”, ha precisato Tanasescu.
Il Governo spera di equilibrare il deficit di bilancio risultato dal taglio dei contributi attraverso una serie di misure compensatorie come la tassa sulle costruzioni speciali, il recupero dei debiti dalle imprese entrate in insolvenza e l’aumento dell’accisa sul gasolio e la benzina.
(traduzione di Adina Vasile)