Continuano i colloqui sul nuovo Governo
Per quanto sia stato facile rimuovere, il 10 ottobre, il governo socialdemocratico presieduto da Viorica Dăncilă, tanto più difficile sembra ora la missione del premier designato, il liberale Ludovic Orban, di convincere i partner dell’opposizione a sostenere la nuova squadra governativa e il programma che intende applicare. Perché, almeno per il momento, non si sa quasi niente su chi saranno i ministri oppure sulle misure che applicheranno. La rimozione tramite mozione di sfiducia del Governo Dăncilă, rimasto minoritario in seguito all’inaspettato ritiro, l’estate scorsa, del partner ALDE ha avuto come slogan “tutti contro uno”, però, ora, i partiti che hanno contribuito al suo crollo sembrano negoziare i propri voti come al mercato.
Roxana Vasile, 23.10.2019, 12:45
E siccome, è stato il Partito Nazionale Liberale, incoraggiato palesemente dal presidente Klaus Iohannis, ad avviare la mozione di sfiducia, lo stesso partito si è arrogato il diritto a formare, da solo, il nuovo Esecutivo. A favore della mozione hanno votato 238 parlamentari, però per il momento un semplice calcolo matematico rileva che non si raccolgono almeno 233 voti, il numero minimo necessario affinché il Governo Ludovic Orban possa essere insediato. Sin dall’inizio, i partner di mozione hanno posto condizioni, oppure hanno annunciato che aspettano di vedere le proposte della nuova squadra governativa.
Mercoledì, dopo intensi negoziati, Ludovic Orban si è detto fiducioso nelle chance del Governo che proporrà al voto del Parlamento: “Abbiamo raggiunto un accordo su tutti i punti. Con ciascuna formazione politica abbiamo concordato un quadro di collaborazione, che si materializzerà nella forma di intese che verranno approvate dalla direzione del Partito Nazionale Liberale e dalle direzioni dei partiti politici. In pratica, siamo sulla giusta strada. Abbiamo fatto passi importanti e sono altrettanto fiducioso nelle nostre chance di riuscire ad ottenere il voto di investitura del Governo.”
Nelle opinioni espresse dei leader politici, ci sono però delle sfumature. Călin Popescu-Tăriceanu, presidente dell’ALDE, ha precisato che è stato raggiunto un accordo per quanto riguarda le sollecitazioni del suo partito, tra cui il mantenimento dell’aliquota unica d’imposta, il divieto di emanare ordinanze d’urgenza sulla Giustizia oppure la continuazione dei grandi progetti di infrastruttura.
Il leader del PMP, Eugen Tomac, piuttosto scontento dopo i colloqui, ha precisato che il suo partito sosterrà o meno il Governo Orban al voto nel Parlamento. Kelemen Hunor dell’UDMR è del parere che ci siano buone chance che il Governo ottenga la fiducia, però che l’Unione desidera un accordo scritto in cui sia menzionata la concessione del 6% all’Istruzione oppure l’elezione dei sindaci in un unico turno di scrutinio. Mentre l’USR, tramite la voce del leader Dan Barna, ha proposto ai liberali un accordo politico: “Ovviamente, non diamo carta bianca per la struttura del Governo. Aspetteremo di vederla concretamente. Secondo me, siamo molto vicini a offrire il nostro sostegno.”
Secondo la Costituzione, Ludovic Orban dovrebbe presentare al Parlamento la sua squadra e il programma di governo entro la fine di questa settimana.