Continua la crescita dell’economia romena
All’unisono con le istituzioni specializzate romene, l’Ufficio Europeo di Statistica (Eurostat) conferma la crescita dell’economia romena. Secondo le stime riviste, rese pubbliche giovedì dall’Eurostat, la Romania ha registrato nel terzo trimestre di quest’anno il più significativo avanzo del Prodotto Interno Lordo tra i 28 stati membri dell’Unione Europea, sia in rapporto allo stesso periodo dell’anno scorso, che rispetto al secondo trimestre di quest’anno. La crescita è generale nello spazio comunitario: il PIL dell’eurozona e quello dell’Unione Europea sono aumentati del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2016 e nessuno stato membro ha rapportato cali. Però la Romania si piazza al primo posto, con l’8,6%, seguita da Malta, con il 7,7, e dalla Lettonia, con il 6,2. Sempre l’Eurostat attesta che, dopo l’Irlanda, la Romania ha la più bassa fiscalità tra i 28, con solo il 26% degli incassi da tasse nel Prodotto Interno Lordo.
Bogdan Matei, 08.12.2017, 13:42
All’unisono con le istituzioni specializzate romene, l’Ufficio Europeo di Statistica (Eurostat) conferma la crescita dell’economia romena. Secondo le stime riviste, rese pubbliche giovedì dall’Eurostat, la Romania ha registrato nel terzo trimestre di quest’anno il più significativo avanzo del Prodotto Interno Lordo tra i 28 stati membri dell’Unione Europea, sia in rapporto allo stesso periodo dell’anno scorso, che rispetto al secondo trimestre di quest’anno. La crescita è generale nello spazio comunitario: il PIL dell’eurozona e quello dell’Unione Europea sono aumentati del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2016 e nessuno stato membro ha rapportato cali. Però la Romania si piazza al primo posto, con l’8,6%, seguita da Malta, con il 7,7, e dalla Lettonia, con il 6,2. Sempre l’Eurostat attesta che, dopo l’Irlanda, la Romania ha la più bassa fiscalità tra i 28, con solo il 26% degli incassi da tasse nel Prodotto Interno Lordo.
I dati macroeconomici alimentano, di conseguenza, l’ottimismo del premier social-democratico Mihai Tudose, il quale dichiara che è la prima volta che il PIL della Romania supera 200 miliardi di euro, il che permetterà gli aumenti di stipendi e di pensioni promessi ripetutamente dalla coalizione governativa PSD-ALDE. L’opposizione di destra, i sindacati e gli analisti economici sono meno esuberanti. Nel gergo tipico del settore, gli ultimi affermano persino che l’economia romena è una tigre” molto più vulnerabile di quanto sembra. Loro dicono che l’economia è soprariscaldata e che le crescite record si basano soprattutto sul consumo e sulle importazioni.
Dal canto loro, i leader delle grandi centrali sindacali hanno organizzato, in autunno, manifestazioni di protesta nel centro di Bucarest. Loro dicono che la riforma fiscale preparata dal Governo determinerà tagli di stipendi e persino la scomparsa di certi posti di lavoro, con il passaggio integrale delle assicurazioni sociali dal datore di lavoro all’impiegato.
In precedenza, pure il presidente Klaus Iohannis aveva definito il progetto governativo uno sconvolgimento fiscale, in seguito al quale una persona con uno stipendio medio lordo guadagnerà soli 3 lei, cioè sui 70 centesimi. In replica, il premier Tudose e il capo del suo partito, il leader PSD, Liviu Dragnea, hanno dichiarato di non capire l’opposizione alle misure annunciate per l’anno prossimo visto che sia gli impiegati, che i datori di lavoro avranno, infatti, da guadagnare.
Di più sulle prospettive reali dell’economia romena si saprà, pensano i commentatori, dopo l’adozione del bilancio dello stato e di quello delle assicurazioni sociali per il 2018. Basati su una crescita economica prevista del 5,5% e su un’inflazione media annua del 3,1%, essi dovrebbero essere adottati dal Parlamento di Bucarest il 21 dicembre. Secondo il calendario stabilito, giovedì, dagli uffici permanenti riuniti delle due camere del Legislativo, nel periodo 7-16 dicembre potranno essere apportati emendamenti ai progetti inoltrati dal Governo, mentre i 18 inizierà il dibattito nella plenaria riunita. (tr. G.P.)