Consultazioni politiche a Bucarest
Dall’inizio dell’invasione militare russa in Ucraina, a Bucarest si recano vertici soprattutto europei — presidenti o vicepresidenti, premier, ministri, commissari di Bruxelles oppure esponenti della NATO. La Romania confina con l’Ucraina ed è diventata, dal 24 febbraio scorso finora, una porta d’ingresso per centinaia di migliaia di profughi. È, in ugual misura, un Paese membro dell’Alleanza Nord-Atlantica sito sul fianco est, il più esposto, al momento, alle attuali sfide alla sicurezza, alle quali gli alleati stanno cercando di trovare una risposta adeguata.
Colloqui in tal senso si svolgono anche a livello bilaterale, come quello di ieri, tra il presidente romeno, Klaus Iohannis, e l’omologo estone, Alar Karis, sull’intensificazione delle azioni difensive della NATO. I due presidenti hanno concordato che è necessario adeguare la presenza militare nella regione e che la NATO deve disporre di capacità militari, per non offrire alla Russia alcuna possibilità di avanzamento sul fianco est. “C’è urgente bisogno di consolidare sostanzialmente e in maniera equilibrata l’intero fianco orientale, è necessaria una presenza avanzata, unitaria e rafforzata. Perciò la Romania agisce per l’aumento, anche nel prossimo periodo, della presenza militare alleata nel nostro Paese”, ha affermato Klaus Iohannis.
Klaus Iohannis ha inoltre annunciato che la Romania riprenderà, dall’anno prossimo, la partecipazione alla missione di Polizia Aerea NATO nella zona baltica, un’iniziativa per il rafforzamento della difesa collettiva alleata. A suo turno, il presidente estone, Alar Karis, ha parlato, d’altra parte, della necessità di diminuire la dipendenza dalle risorse energetiche russe.
Lo stesso argomento è stato toccato nei colloqui avuti dal presidente romeno, sempre ieri, con il primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez. Garantire la sicurezza energetica dell’Unione Europea riveste nell’attuale contesto della guerra in Ucraina un’importanza strategica aumentata, è del parere Klaus Iohannis: “La Romania è disposta a mettere a disposizione la propria infrastruttura energetica per diversificare l’approvvigionamento con gas naturali da più fonti.”
Non abbiamo ancora superato bene la crisi provocata dalla pandemia da Covid-19 che ci ritroviamo di fronte a una nuova crisi — ha affermato anche il premier Sanchez, evocando la necessità di una decisione a livello europeo in merito all’evoluzione dei prezzi dell’elettricità e del gas. Dell’impatto pluridimensionale della crisi in Ucraina, soprattutto per quanto riguarda la stabilità, i profughi e l’energia, Pedro Sanchez ha discusso, a Bucarest, anche con il suo omologo romeno Nicolae Ciucă. I due premier hanno espresso l’interesse per l’organizzazione con celerità di una prima seduta congiunta dei due Governi, romeno e spagnolo.
Roxana Vasile, 18.03.2022, 14:16