Consolidamento antisismico in Romania
Come accade ogni volta in simili situazioni, la tragedia turco-siriana, generata da un devastante terremoto, rammenta i drammatici momenti vissuti dalla Romania, soprattutto a Bucarest e nel territorio extracarpatico del paese, dopo il sisma avvenuto il 4 marzo 1977. Seguono subito le domande sul rischio che un terremoto di magnitudo superiore a 7 gradi si verifichi nel prossimo futuro e sul modo in cui le autorità sono preparate a far fronte alle conseguenze.
Ştefan Stoica, 08.02.2023, 12:17
Come accade ogni volta in simili situazioni, la tragedia turco-siriana, generata da un devastante terremoto, rammenta i drammatici momenti vissuti dalla Romania, soprattutto a Bucarest e nel territorio extracarpatico del paese, dopo il sisma avvenuto il 4 marzo 1977. Seguono subito le domande sul rischio che un terremoto di magnitudo superiore a 7 gradi si verifichi nel prossimo futuro e sul modo in cui le autorità sono preparate a far fronte alle conseguenze.
Il sismologo Mihail Diaconescu dell’Istituto Nazionale di Ricerca-Sviluppo per la Fisica della Terra ha spiegato a Radio Romania che il primo terremoto, di magnitudo 7,8, è avvenuto in prossimità di un punto d’incontro tra la Placca Arabica, la Placca Africana e quella Anatolica, e che l’area non può essere paragonata alla zona sismica di Vrancea, nell’est della Romania, che genera le più importanti scosse nel nostro paese. Se non c’è il rischio di movimenti sismici simili a quelli della Turchia, invece non si può escludere quello di un terremoto di magnitudo vicina. Tuttavia, al momento, Vrancea non dà segni di nervosità sismica.
Simili no, forse solo come magnitudo. In Romania, secondo il catalogo elaborato dall’Istituto Nazionale di Ricerca-Sviluppo per la Fisica della Terra, nel XIX secolo si è verificato un terremoto di 7,9, che rappresenterebbe l’apice di magnitudo che Vrancea potrebbe produrre. Ma, insomma, siccome si tratta di terremoto storico, può essere facilmente sopravalutato. Non vedo che Vrancea manifesti alcun comportamento sospetto, nei limiti della sismicità di fondo della zona, spiega Mihail Diaconescu. La tragica esperienza della Turchia ci può insegnare che tutte le costruzioni devono rispettare un codice, dice, d’altra parte, il sismologo.
Stando al Ministero dello Sviluppo, in Romania sono circa 2.700 gli edifici a rischio sismico di livello 1 e 2, a maggioranza a Bucarest. Negli ultimi 15 anni, nessun comune si è interesasato, però, alla riabilitazione sismica degli edifici, richiama l’attenzione il prefetto della capitale, Toni Greblă.
Si tratta dell’indolenza di certe persone che lavorano nell’amministrazione, che non preparano saldamente i progetti che consentano la riabilitazione, il consolidamento antisismico degli edifici. Negli ultimi 15 anni, nessun comune può dire, soprattutto quello di Bucarest, di non aver avuto soldi per riabilitare gli edifici. Ogni anno rimangono non spesi fondi provenienti dal Ministero dello Sviluppo, fondi europei, poichè non siamo capaci di lavorare per realizzare progetti di consolidamento sismico e metterli in pratica, ha dichiarato Toni Greblă.
Stando al ministro dello Sviluppo, Cseke Attila, ci sono oltre 200 obiettivi proposti dalle autorità locali, edifici pubblici e residenziali nell’ambito del nuovo programma nazionale di consolidamento degli edifici ad elevato rischio sismico. Il programma include non solo gli edifici a rischio sismico 1, ma anche quelli di livello 2, molto vicini come rischio di esposizione nell’evenienza di un terremoto. Nel programma precedente, tra il 1994 e il 2021, sono stati riabilitati solo 28 edifici. Nell’evenienza di un terremoto simile a quello del 1977, 23.000 edifici di Bucarest corrono il pericolo di subire danni notevoli, ammoniscono gli esperti.