Comunismo: ex boia alla sbarra
La Procura presso l’Alta Corte di Cassazione e Giustizia ha deciso l’avvio del perseguimento penale nei confronti di Ion Ficior (85 anni), ex comandante del carcere comunista di Periprava (nel sud-est della Romania), con l’accusa di genocidio. L’ottuagenario Ion Ficior non sembra però pentirsi dei crimini di genocidio commessi, dimostrati con testimonianze e prove raccolte dagli inquirenti dell’Istituto per l’Investigazione dei Crimini del Comunismo, che continua a negare.
Ştefan Stoica, 25.10.2013, 13:40
Le prove attestano gli orrori compiuti da Ficior, in veste di comandante di lager. Tra il 1958 e il 1963, quando fu comandante del carcere di Periprava, Ficior introdusse e coordinò un regime di detenzione repressivo, abusivo, disumano e discrezionale, cui caddero vittime 103 detenuti politici. Il regime imposto da Ficior fu, stando ai procuratori, uno volto a portare all’annientamento fisico dei detenuti politici, con metodi diretti o indiretti: condizioni di detenzione orrende e disumane, cattivi trattamenti; la privazione di cibo adeguato e di assistenza medica, freddo, fame, terribili pene corporee.
Circa 20 dei superstiti degli orrori di Periprava hanno “costruito”, con le loro testimonianze, il fascicolo nei confronti di Ion Ficior, solo uno delle centinaia di ex boia comunisti di cui il regime comunista, insediato dopo il 1945, si avvalse nella sua ampia operazione di annientamento delle elite professionali ed intellettuali della Romania, ricorda Octav Bjoza, il presidente dell’Associazione degli Ex Detenuti Politici e Superstiti di Periprava.
“Per noi è un po’ tardi. La maggior parte di noi abbiamo perdonato i nostri boia. A Periprava, i comunisti hanno mandato tutto quello che questo Paese ha avuto di più giusto, di più morale, di meglio preparato dal punto di vista professionale, per essere schiacciato. Molti di noi vi sono morti. E boia come Ficior e Visinescu sono stati centinaia in questo Paese, non pensate che ci siano solo questi due”, ha precisato Octav Bjoza.
La lista degli ex boia comunisti perseguiti penalmente dall’Alta Corte di Cassazione e Giustizia per genocidio è stata aperta da Alexandru Visinescu, ex comandante del carcere comunista di Ramnicu Sarat, dove furono reclusi molti giovani politici di spicco. Ciò è stato possibile grazie al lavoro dell’Istituto per l’Investigazione dei Crimini del Comunismo e per la Memoria dell’Esilio Romeno, sulla cui lista dell’infamia si trovano, in tutto, 35 dipendenti dell’ex Direzione comunista dei Penitenziari. L’Istituto per l’Investigazione dei Crimini del Comunismo è tra le poche istituzioni in Romania ad aver agito concretamente, dopo la condanna simbolica del regime comunista, per dimostrare la sua natura criminosa. Anche se può essere considerato tardivo, la divulgazione dei nomi dei boia comunisti e la loro condanna possono avere un ruolo istruttivo per la giovane generazione.