Commemorazione dell’Olocausto in Romania
Roxana Vasile, 10.10.2016, 17:49
Il 30 settembre, Elie Wiesel,
superstite dei lager nazisti di Auschwitz-Birkenau e Nobel per la Pace, avrebbe
compiuto 88 anni. Si è spento quest’anno, il 2 luglio, negli Stati Uniti, Paese
in cui si era stabilito da anni. Scrittore e giornalista di origine romena, in
ugual misura saggista e filosofo umanista, nonchè attivista per i diritti
umani, Elie Wiesel ha messo la sua intera vita al servizio di un unico ideale:
che nessuno dimentichi, mai, cos’è successo durante la Seconda Guerra Mondiale,
affinchè orrori come l’Olocausto non si ripetano più. Una commissione
internazionale presieduta da lui stesso, ha redatto un rapporto, pubblicato nel
2004, in base al quale la Romania ha ammesso ufficialmente la sua
partecipazione all’Olocausto. David Liberman, il presidente della comunità
ebraica di Sighetu Marmatiei, località nel nord della Romania, dove è nato Elie
Wiesel, ha evocato la sua personalità a RRI.
Elie Wiesel è stato un
esponente speciale di coloro che morirono durante l’Olocausto, descrivendo le
situazioni create negli anni ’40, che secondo me, negli ultimi anni hanno
cominciato a cancellarsi dalla memoria ed è un peccato che si cancellino,
perchè la gioventù odierna non sa cosa sia il giudaismo, non sa cosa sia l’ebraicità, non saprà più fra qualche anno
cosa sia proprio questo evento tragico del popolo ebraico, che si chiama
Olocausto, ha raccontato David Liberman.
Il 2016 è significativo per la Romania: si sono compiuti 75 anni dal
pogrom compiuto dall’estrema destra a Bucarest, a gennaio 1941, 75 anni dal
pogrom di Iasi (nel nord-est) del giugno 1941 e dalle deportazioni di ottobre
1941 in Transnistria, territorio che ricadeva in quel momento nell’ovest
dell’Ucraina, sotto amministrazione militare romena. In questo contesto, in
occasione della giornata nazionale della commemorazione delle vittime
dell’Olocausto in Romania, il 9 ottobre, il Ministero degli Esteri ha recato un
omaggio alla memoria di coloro che hanno avuto da soffrire nel Paese, ma anche
nell’intero mondo, esprimendo allo stesso tempo la solidarietà con i superstiti
dei tragici eventi di quel periodo. La comprensione e il rispetto – afferma la
diplomazia romena – sono tanto più importanti quanto si possono notare nuove
manifestazioni di antisemitismo apparse, putroppo, in numerosi stati. Il
Ministero romeno degli Esteri ribadisce la sua determinazione a contribuire
anche d’ora in poi, con i mezzi a disposizione della diplomazia, al
rafforzamento degli strumenti legislativi ed istituzionali volti a prevenire e
sanzionare l’antisemitismo, nonchè qualsiasi altra forma di manifestazione di
razzismo, xenofobia, discriminazione razziale e intolleranza. La Romania ha
fatto sforzi significativi negli ultimi anni per assumersi il passato,
condannare l’antisemitismo e ammettere l’Olocausto. La memoria, l’educazione e
la ricerca accademica dell’Olocausto sono le sue principali direttrici. Allo
stesso tempo, la Romania ricopre, da marzo 2016, per un anno, la presidenza
dell’Alleanza intergovernativa Internazionale per la Memoria dell’Olocausto, di
cui fanno parte 31 stati. (traduzione di Adina Vasile)