Come sono stati festeggiati i 158 anni dall’Unione dei Principati Romeni
Nel Paese e nelle comunità romene allestero sono stati celebrati, ieri, con numerosi eventi, il 158esimo dallUnione dei Principati Romeni. Il 24 gennaio del 1859, Alexandru Ioan Cuza – eletto, una settimana prima, principe della Moldavia – è stato votato, allunanimità, anche dallAssemblea Elettiva di Bucarest principe della Valacchia e proclamato principe dei Principati Uniti. È stata siglata cosi, de facto, lunione delle due province storiche a maggioranza romena. Tre anni più tardi, il 24 gennaio del 1862, lUnione è stata riconosciuta a livello internazionale, e lo stato ha ricevuto il nome di Romania. Il regno di Alexandru Ioan Cuza (1859-1866) ha gettato, con le riforme radicali promosse, le basi istituzionali della Romania moderna. Nel 1918, il processo di costituzione dello stato nazionale si è concluso con lunione col Regno di Romania delle province storiche a maggioranza romena che si erano trovate fino allora sotto il dominio degli imperi multinazionali confinanti. Le più importanti cerimonie sono state ospitate, come al solito, dalla città di Iasi (nord-est), vecchia capitale della Moldavia. Migliaia di persone hanno assistito, allaperto, ad un concerto di musica popolare e un Te Deum che hanno preceduto i discorsi delle autorità. A nome del Governo, il ministro socialdemocratico della Cultura, Ionut Vulpescu, ha affermato che lUnione dei Principati è un esempio di solidarietà e consenso, che andrebbe seguito anche dai politici di oggi.
Bogdan Matei, 25.01.2017, 17:13
Nel Paese e nelle comunità romene allestero sono stati celebrati, ieri, con numerosi eventi, il 158esimo dallUnione dei Principati Romeni. Il 24 gennaio del 1859, Alexandru Ioan Cuza – eletto, una settimana prima, principe della Moldavia – è stato votato, allunanimità, anche dallAssemblea Elettiva di Bucarest principe della Valacchia e proclamato principe dei Principati Uniti. È stata siglata cosi, de facto, lunione delle due province storiche a maggioranza romena. Tre anni più tardi, il 24 gennaio del 1862, lUnione è stata riconosciuta a livello internazionale, e lo stato ha ricevuto il nome di Romania. Il regno di Alexandru Ioan Cuza (1859-1866) ha gettato, con le riforme radicali promosse, le basi istituzionali della Romania moderna. Nel 1918, il processo di costituzione dello stato nazionale si è concluso con lunione col Regno di Romania delle province storiche a maggioranza romena che si erano trovate fino allora sotto il dominio degli imperi multinazionali confinanti. Le più importanti cerimonie sono state ospitate, come al solito, dalla città di Iasi (nord-est), vecchia capitale della Moldavia. Migliaia di persone hanno assistito, allaperto, ad un concerto di musica popolare e un Te Deum che hanno preceduto i discorsi delle autorità. A nome del Governo, il ministro socialdemocratico della Cultura, Ionut Vulpescu, ha affermato che lUnione dei Principati è un esempio di solidarietà e consenso, che andrebbe seguito anche dai politici di oggi.
“Possiamo scegliere tra continuare con un discorso della divisione e dellincultura suicida o facciamo un cambiamento radicale nel modo in cui vediamo noi tutti il futuro, i rapporti tra di noi, il bisogno di solidarietà e di progetto”, ha affermato Ionut Vulpescu.
“LUnione dei Principati Romeni del 24 gennaio del 1859 è stata latto più coraggioso della statalità romena moderna e delle elite politiche della Moldavia e Valacchia. Il coraggio e la visione di una serie di persone restano anche oggi, a quasi 160 di distanza, sorprendenti, ma forti”, ha detto, dallopposizione, la vicepresidente del Senato, la liberale Iuliana Scantei.
Anche ad Arad (ovest), centinaia di persone hanno celebrato lUnione dei Principati con un gigantesco girotondo. I loro pensieri si sono rivolti anche alla Bessarabia, provincia storica romena annessa dai sovietici nel 1940 e sul cui territorio è stata creata lodierna Moldova.
“Quando chi non ci ama guarda minacciosamente verso la Moldova, dobbiamo conferire il giusto valore a questo evento”, ha detto un cittadino.
“Nel futuro vorrei con tutto il cuore che anche la Bessarabia si unisca alla Romania, perchè abbiamo atteso abbastanza, per molti anni, che ciò succedesse. Rallegriamoci che Dio ci abbia dato un Paese, un popolo, una lingua e ci auguriamo che continui a benedire la Romania”, ha detto un altro cittadino.
A nome del Governo pro-occidentale della Moldova, il ministro della Cultura, Monica Babuc, ha inviato, del resto, un messagio in cui afferma che la lingua, la tradizione e la cultura nazionali comuni contibuiscono allavverarsi dei nostri grandi sogni. (traduzione di Adina Vasile)