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Come hanno votato i romeni

L’esito finale è implacabile: domenica, al secondo turno delle presidenziali, il presidente in carica, Klaus Iohannis, appoggiato dal PNL, al governo, ha vinto circa due terzi dei voti, quasi il doppio rispetto all’ex premier socialdemocratica Viorica Dăncilă. Nei tre decenni di democrazia post-comunista, è il più basso risultato registrato da un candidato della sinistra nel secondo turno delle elezioni. Anche l’affluenza alle urne, di poco più della metà degli elettori iscritti sulle liste, è tra le più basse ad un ballottaggio delle elezioni presidenziali.

(Credits: @mae.romania)
(Credits: @mae.romania)

, 26.11.2019, 13:32

L’esito finale è implacabile: domenica, al secondo turno delle presidenziali, il presidente in carica, Klaus Iohannis, appoggiato dal PNL, al governo, ha vinto circa due terzi dei voti, quasi il doppio rispetto all’ex premier socialdemocratica Viorica Dăncilă. Nei tre decenni di democrazia post-comunista, è il più basso risultato registrato da un candidato della sinistra nel secondo turno delle elezioni. Anche l’affluenza alle urne, di poco più della metà degli elettori iscritti sulle liste, è tra le più basse ad un ballottaggio delle elezioni presidenziali.



Al di là delle statistiche importanti, l’Istituto Romeno per la Valutazione e la Strategia (IRES), un think tank indipendente che ha come obiettivo lo studio di temi di attualità, nel Paese e all’estero, ha cercato di fare una radiografia e di tracciare il profilo sociologico dei romeni che si sono presentati domenica alle urne. I dati presentati dall’Istituto rilevano un equilibrio perfetto tra i votanti maschi e femmine nel caso di Iohannis, del 50%, mentre Viorica Dăncilă ha ottenuto più voti dalle donne che dagli uomini, del 54% rispetto al 46%. Dal punto di vista dell’età, gli elettori di Klaus Iohannis sono suddivisi equamente, quasi la metà (il 49%) hanno superato i 45 anni, mentre gli altri hanno età inferiori. Nel caso di Viorica Dăncilă, il 78% degli elettori hanno superato i 45 anni.



Quanto agli studi, la maggiore percentuale arriva, nel caso di entrambi i candidati, dagli elettori con studi medi (55-56). Invece il 34% dei votanti di Iohannis hanno studi universitari, mentre nel caso di Viorica Dăncilă i votanti che hanno frequentato l’università ammontano a solo il 17%. Una differenza significativa è legata allo status occupazionale. Solo un terzo dei votanti di Klaus Iohannis si sono dichiarati pensionati oppure casalinghi / disoccupati, a differenza degli elettori di Viorica Dăncilă, nel caso della quale le percentuali sono le seguenti: pensionati (50%), impiegati (32%), casalinghi / disoccupati (11%), liberi professionisti (4%). Dal punto di vista della residenza, la maggior parte dei votanti di Klaus Iohannis abitano nell’ambiente urbano (62%) e solo il 38% in quello rurale, mentre nel caso di Viorica Dăncilă il rapporto e più equilibrato (del 52% e del 48%).



Dal punto di vista della suddivisione per regioni, si nota un forte squilibrio tra i votanti della candidata socialdemocratica, che ha ottenuto il 53% dei voti nel sud del Paese — nelle regioni Oltenia e Muntenia, zona natia della Dăncilă — rispetto al 44% per Iohannis. La Transilvania (centro) resta una roccaforte per il presidente, che ha ottenuto nella sua regione il 37% dei voti, mentre Viorica Dăncilă – il 25%. Nel caso della Moldova (est), la situazione è più equilibrata: il 19% per Iohannis e il 22% per Dăncilă. Stando ai commentatori, tutte queste cifre indicano l’esistenza de facto di più Romanie, divise per età, studi, redditi e regioni storiche. Invece, sebbene variegata dal punto di vista sociologico, la diaspora romena ha praticamente plebiscitato il presidente uscente Iohannnis, votato da oltre il 90% sul numero totale di quasi un milione di romeni che si sono presentati domenica alle urne all’estero.

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