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Colectiv, tre anni dopo

Ricorrono tre anni dall’incendio avvenuto nel nightclub Colectiv di Bucarest, che ha provocato 64 morti e oltre un centinaio di feriti. A quasi due anni dopo la tragedia, uno dei giovani feriti si è suicidato. Ricorrono tre anni dall’incendio, tre anni in cui i nostri feriti tentano di riprendersi il più possibile. Al 100% non ce la faranno mai, purtroppo, e sono stanchi di interventi, anestesie e dolore, ha dichiarato Eugen Iancu, il presidente dell’Associazione Colectiv GTG 3010, padre di un 22enne deceduto dopo l’incendio in un ospedale di Bucarest. Il sistema ospedaliero non è cambiato granchè. La mancanza di personale, medicine e apparecchiature è ormai malattia croniche. Adina Apostol, superstite della tragedia, dice che la maggioranza delle persone sopravvissute all’incendio e alle infezioni ospedaliere, si sforzano ancora a riprendersi. Inutile l’intervento immediato delle ambulanze se negli ospedali mancano i posti letto, aggiunge Adina.

Colectiv, tre anni dopo
Colectiv, tre anni dopo

, 30.10.2018, 13:46

Ricorrono tre anni dall’incendio avvenuto nel nightclub Colectiv di Bucarest, che ha provocato 64 morti e oltre un centinaio di feriti. A quasi due anni dopo la tragedia, uno dei giovani feriti si è suicidato. Ricorrono tre anni dall’incendio, tre anni in cui i nostri feriti tentano di riprendersi il più possibile. Al 100% non ce la faranno mai, purtroppo, e sono stanchi di interventi, anestesie e dolore, ha dichiarato Eugen Iancu, il presidente dell’Associazione Colectiv GTG 3010, padre di un 22enne deceduto dopo l’incendio in un ospedale di Bucarest. Il sistema ospedaliero non è cambiato granchè. La mancanza di personale, medicine e apparecchiature è ormai malattia croniche. Adina Apostol, superstite della tragedia, dice che la maggioranza delle persone sopravvissute all’incendio e alle infezioni ospedaliere, si sforzano ancora a riprendersi. Inutile l’intervento immediato delle ambulanze se negli ospedali mancano i posti letto, aggiunge Adina.

La ministra della Salute, Sorina Pintea, conferma che, al momento, in Romania sono disponibili solo 11 letti per i grandi ustionati, spiegando che, nell’evenienza di una tragedia simile a quella di Colectiv, sarebbe richiesto appoggio sempre all’estero. Nessun Paese dell’Europa è in grado di curare un numero così grande di vittime come quello di Colectiv, sostiene la ministra. Tre anni dopo il rogo, la rabbia dei genitori e dei sopravvissuti è ancora viva, in quanto la giustizia non ha accertato ancora i colpevoli. Questo mese è stato ripreso il processo, ancora in primo grado, in seguito alla richiesta di pensionamento del giudice. Il nuovo termine sarà il 9 novembre, quando potrebbe cominciare anche l’audizione dei testimoni.

Neanche in materia di sicurezza le notizie sono migliori. I più recenti dati forniti dall’Ispettorato Generale per le Situazioni di Emergenza indicano ancora grossi problemi in materia di autorizzazioni di sicurezza antincendio per nightclub, bar o ristoranti. Il 6% dei locali funziona ancora senza autorizzazione. Nel fine settimana, uno spettacolo ispirato al rogo di Colectiv è stato messo in scena al Centro Nazionale della Danza della capitale. Intitolato 153 secondi, la durata dell’incendio, lo spettacolo prende lo spunto dal racconto di una superstite. La regista Ioana Păun ha raccolto testimonianze dei sopravvissuti e opinioni di sociologi e psicologi per mettere in scena uno spettacolo che trasmette un messaggio di rassegnazione e possibilità di cambiamento. La tragedia è stata seguita da ampie proteste che hanno denunciato la corruzione delle autorità, portando anche alle dimissioni del governo socialdemocratico presieduto da Victor Ponta.

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