Codice Penale: reazioni internazionali a emendamenti
Le modifiche apportate dal Parlamento di Bucarest al Codice Penale hanno scatenato una serie di reazioni critiche interne e internazionali. Uno dei cambiamenti prevede l’esclusione del capo dello stato, dei parlamentari e di coloro che praticano professioni liberali dalla categoria dei funzionari pubblici. Di conseguenza, non potranno più essere indagati e puniti per reati come abuso d’ufficio, tangenti, concussione o conflitto d’interessi.
Valentin Țigău, 12.12.2013, 14:39
Anche se in numerosi stati di tradizione democratica i parlamentari non sono funzionari pubblici, in Romania, che sta affrontando numerose difficoltà nel veder riconosciuti al livello dell’UE i progressi nella riforma della giustizia e del contrasto alla corruzione, le modifiche al Codice Penale fanno sorgere dei punti interrogativi.
Ci sono dei timori che sarà frenata l’attività della Direzione Nazionale Anticorruzione e dell’Agenzia Nazionale per l’Integrità, le principali strutture che indagano le cariche pubbliche.
Criticando le modifiche apportate al Codice Penale senza un previo dibattito pubblico, il presidente Traian Basescu ha richiamato l’attenzione che la Romania perderà un’altra opportunità di entrare nell’Area Schengen, in quanto il rapporto sui progressi della giustizia in Romania, che la Commissione Europea pubblicherà a gennaio, sarà negativo, proprio a causa di questi cambiamenti.
Alle reazioni critiche interne si aggiungono anche quelle dei partner internazionali della Romania. Il portavoce della Commissione europea, Mark Gray, ha ribadito la posizione di Bruxelles in materia di regole riguardanti la corruzione e il conflitto d’interessi, che vanno rispettate da tutte le cariche pubbliche. In questi casi, ha detto Gray, è d’obbligo rispettare il principio secondo cui la legge è uguale per tutti i cittadini.
L’Ambasciata degli Stati Uniti a Bucarest ha definito gli emendamenti come un passo indietro per la Romania, e l’azione del Parlamento come un segnale scoraggiante per gli imprenditori, che lede l’economia del Paese.
Anche l’ambasciatore britannico in Romania, Martin Harris, si è detto preoccupato, ritenendo l’ANI e la DNA il motore delle riforme nella vita pubblica del Paese che vanno sostenute anche dai politici.
Le missioni diplomatiche della Germania e dell’Olanda hanno annunciato di seguire con preoccupazione gli emendamenti al Codice Penale, sottolineando che l’attività delle istituzioni che proteggono lo stato di diritto deve svolgersi senza pressioni politiche.