Chiude battenti mostra Brâncuși a Timișoara
Ha chiuso i battenti la mostra dedicata allo scultore Constantin Brâncuşi al Museo d'Arte di Timişoara.
Roxana Vasile, 29.01.2024, 11:52
Riferimento centrale nella rosa di eventi ospitati da Timișoara – Capitale Europea della Cultura, la mostra Brâncuşi: fonti romene e prospettive universali dedicata al Museo d’Arte allo scultore Constantin Brâncuşi, ha chiuso ieri sera i battenti. Oltre 130.000 visitatori hanno ammirato capolavori emblematici del grande artista, tra cui Maiastra, Uccello nello spazio, Il bacio, Mademoiselle Pogany, Testa di bambino, Preghiera o Musa addormentata, alcuni presi in prestito da prestigiosi musei o gallerie d’arte, quali il Centro Pompidou di Parigi o la Tate di Londra. Oltre alle sculture, sono stati esposti anche foto, documenti d’archivio e filmati.
Il commissario della mostra, Ovidiu Şandor, definisce l’evento come un fenomeno che ridà speranza per un cambiamento della società attraverso la cultura. Credo che la mostra abbia fatto impressione su tanta gente anche grazie al modo in cui Doina Lemny ha selezionato i lavori, il dialogo tra scultura, fotografia, design, ma anche alla scenografia di Attila Kim, innnovativa rispetto a come è stato presentato finora Brâncuşi in altre mostre, ha spiegato Ovidiu Şandor.
Stando alla curatrice Doina Lemny del Centro Pompidou, la mostra non è stata voluta tanto come una retrospettiva della creazione di Brâncuşi, quanto come una dimostrazione del legame permanente dello scultore con il paese natio, anche se lui ha raggiunto la celebrità in Francia.
Nato il 19 febbraio 1876, a Hobița, villaggio del sud della Romania, Constantin Brâncuşi studiò a Bucarest e nel 1905 partì per Parigi, dove entrò in contatto con l’avanguardia artistica della capitale francese. La sua attività creativa raggiunse l’apice tra il 1914 e il 1940. Il Museo d’Arte Moderna del Centro Pompidou custodisce numerosi lavori di Brâncuși, lasciati per testamento in eredità alla Romania, ma accolte con tanta gioia dalla Francia, assieme a tutto quanto si trovava nella sua bottega in Rue du Montparnasse, a seguito del rifiuto del governo comunista di Bucarest di riceverle, dopo la morte dello scultore, avvenuta il 16 marzo 1957.
Fu sepolto sempre nella capitale francese. Nella Romania del realismo socialista, Constantin Brâncuși fu contestato, in quanto ritenuto esponente del formalismo della borghesia cosmopolita. Appena negli anni ʹ60, lo scultore venne riscoperto a casa, come genio nazionale.
Con un valore assicurato di mezzo miliardo di euro, ma con una rilevanza sentimentale inestimabile, le opere esposte per quatto mesi a Timișoara hanno portato al pubblico la mostra più importante dell’ultimo mezzo secolo a lui dedicata in Romania. Pilastro della cultura romena, Constantin Brâncuși è in assoluto uno dei maggiori scultori del mondo del Novecento.