Chi entra nel Parlamento romeno
Il futuro Parlamento della Romania conta 7 partiti, quattro europeisti e tre autoproclamati sovranisti.
Ştefan Stoica, 09.12.2024, 14:31
Nel 2024 si sono tenute tutte le possibili elezioni, amministrative, europee, politiche e presidenziali, e l’ancora giovane stato democratico chiamato Romania non ha superato bene questa maratona elettorale. Il 6 dicembre, appena due giorni prima del secondo turno delle elezioni presidenziali, la Corte Costituzionale ha annullato le elezioni motivando che il processo elettorale sarebbe stato viziato. Secondo la CCR, il carattere liberamente espresso del voto è stato violato tramite la disinformazione degli elettori, attraverso una campagna in cui il candidato indipendente Călin Georgescu, quello che ha vinto il primo turno elettorale, ha beneficiato di una promozione aggressiva, aggirando la legislazione nazionale in campo elettorale, attraverso lo sfruttamento abusivo degli algoritmi delle piattaforme di social media e la mancanza delle indicazioni specifiche di pubblicità elettorale.
La vittoria al primo turno di un estremista filorusso ha potenziato l’intera corrente autoproclamata sovranista, soprannome di partiti ultranazionalisti, a volte con spinte xenofobe e antisemite, populiste, che criticano ferocemente l’UE e la NATO, cospirazioniste. Tre rappresentanti di questa corrente, l’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), SOS Romania e POT (Partito dei Giovani), sono entrati in Parlamento, i primi con un’ottima percentuale, dopo le elezioni del 1° dicembre, tenutesi una settimana dopo il primo turno delle presidenziali.
Il partito DREPT ha contestato, proprio per questo motivo, la correttezza delle politiche. DREPT ha affermato che, durante tutto il ciclo elettorale di novembre, sarebbero stati documentati ufficialmente interferenze esterne, finanziamenti illegali, una propaganda neolegionaria e l’influenza della malavita. Tuttavia, l’Alta Corte di Cassazione e Giustizia ha respinto la sua richiesta di annullamento delle elezioni politiche, cosicché il 21 dicembre la Romania avrà un nuovo Legislativo. Il PSD (al governo insieme al PNL) ha ottenuto il maggior numero di seggi di senatori e deputati, 120, seguito dall’AUR, con 93 e dal PNL, con 71.
Al quarto posto in termini di seggi nel futuro Legislativo c’è l’Unione Salvate Romania, con 59 deputati eletti. Il partito SOS Romania, con 40 deputati, UDMR e POT, ciascuno con 31, completano la lista dei 7 partiti che hanno inviato i loro rappresentanti al Parlamento. Alla Camera dei Deputati c’è anche il gruppo delle minoranze nazionali, che detiene 19 mandati. Verranno assegnati altri due mandati parlamentari. Due senatori e quattro deputati rappresenteranno i romeni all’estero in Parlamento. All’interno di questo Legislativo frammentato, occorre cercare e trovare una maggioranza stabile per dare vita a un governo, idealmente entro la fine di quest’anno. Ci sarà inevitabilmente un gabinetto di coalizione, la cui missione urgente sarà quella di fissare il calendario delle elezioni presidenziali. Gli europeisti, ossia il PSD, il PNL, l’USR e l’UDMR si erano messi d’accordo per formare un fronte comune contro l’estremismo, ma dopo l’annullamento delle elezioni presidenziali nulla è più certo. Klaus Iohannis resta presidente fino alla prestazione del giuramento da chi sarà eletto l’anno prossimo.