Chi entra nel nuovo Governo
Bogdan Matei, 04.01.2017, 17:08
Siamo un governo politico, però la politica si
fa altrove – ha dichiarato già prima di essere investito, il nuovo premier
romeno Sorin Grindeanu. Egli ha insistito che la sua equipe, formata dalla
coalizione PSD-ALDE, si concentrerà sull’amministrazione del Paese,
con, citiamo, responsabilità, modestia e rispetto nei cofronti dei romeni.
Conosco molto bene qual è la mia posizione, ha affermato il premier,
riconoscendo che le decisioni politiche resteranno una prerogativa del leader
dei socialdemocratici, Liviu Dragnea, e dei liberali e democratici, Calin Popescu
Tariceanu, recentemente investiti come presidenti delle due Camere del
Parlamento. Presidente del Consiglio Provinciale Timis (ovest) ed ex deputato
socialdemocratico, Grindeanu stesso (43 anni) è stato scelto da Liviu Dragnea
per applicare, come capo del governo, il programma molto ambizioso con il quale
il PSD ha vinto in modo categorico le elezioni parlamentari dell’11 dicembre.
Una seconda opzione, peraltro, dopo che il presidente Klaus Iohannis aveva
respinto, senza presentare le motivazioni, la prima proposta, l’ex ministro
dello Sviluppo, Sevil Shhaideh. Nel caso in cui fosse stata investita, questa presenza molto discreta sulla scena politica
sarebbe diventata il primo premier donna e di confessione musulmana della
storia della Romania. In ogni caso, la signora Shhaideh sarà, almeno a livello
formale, il numero due del nuovo Esecutivo, come vice primoministro e titolare
di un portafoglio generoso, che include
lo Sviluppo Regionale, l’Amministrazione Pubblica e i Fondi Europei. L’altro
vicepremier è il copresidente dell’ALDE, Daniel Constantin, ex ministro
dell’Agricoltura, che ora guiderà il Ministero dell’Ambiente. Il nuovo Governo avra’ 24 ministri, di cui 2 detengono
anche la carica di vicepremier, e due ministri delegati.
Alcuni
nomi del nuovo Esecutivo hanno già destato rumore sulla stampa. Appena
rieletta, a giugno, nella carica di sindaco della città di Craiova, Lia Olguţa
Vasilescu (PSD), malgrado coinvolta in un a causa per reati di corruzione,
diventa ora ministro del Lavoro e della Giustizia Sociale, provocando elezioni
anticipate nella città del sud del Paese. Agli Esteri ritorna, a 75 anni,
Teodor Melescanu (ALDE), che nel 2014, si era dimesso, scusandosi con la
diaspora roemna, a causa del fatto che una pessima organizzazione delle
elezioni presidenzali aveva impedito a migliaia di cittadini romeni all’estero
di esercitare il loro diritto di voto. Sempre a livello della diplomazia, il
ministro con delega agli Affari Europei è la deputata Ana Brichall, mentre
ministro per i Romeni nel Mondo è stata scelta l’ambasciatrice della Romania in
Israele, Andreea Pastarnac.
Il politologo Cristian Parvulescu afferma che i nuovi ministri sono, in
linea di massima, persone vicine al capo del PSD, meno conosciute, con poche
eccezioni. Il sociologo Marius Pieleanu considera, invece, che i membri del
Governo rappresentano un’equipe di professionisti che potrebbe ottenere
risultati notevoli, mentre il suo collega Alfred Bulai ammonisce che per il
nuovo Esecutivo la parte difficile inizia solo ora. (traduzione di Octavian Cordos)