CE: verso un’Unione Europea della Salute?
La Commissione Europea ha proposto mercoledì, la creazione di un’Unione Europea della Salute, che possa rispondere in modo unitario a future crisi sanitarie. L’idea è apparsa come una reazione alle azioni frammentate dei governi degli stati membri alla pandemia di COVID-19, tornata con maggiore forza sul continente quest’autunno. Si ha in piano di creare una nuova agenzia speciale per garantire che l’Unione disporrà in futuro dei mezzi e degli strumenti necessari, in primo luogo tramite il rafforzamento della cooperazione e del coordinamento nello spazio comunitario.
Eugen Coroianu, 12.11.2020, 12:20
La Commissione Europea ha proposto mercoledì, la creazione di un’Unione Europea della Salute, che possa rispondere in modo unitario a future crisi sanitarie. L’idea è apparsa come una reazione alle azioni frammentate dei governi degli stati membri alla pandemia di COVID-19, tornata con maggiore forza sul continente quest’autunno. Si ha in piano di creare una nuova agenzia speciale per garantire che l’Unione disporrà in futuro dei mezzi e degli strumenti necessari, in primo luogo tramite il rafforzamento della cooperazione e del coordinamento nello spazio comunitario.
“L’ultimo anno ci ha insegnati che la salute è fondamentale per ognuno di noi. Ci ha fatto vedere la fragilità delle nostre società e la facilità con la quale tutto può essere capovolto da una cosa talmente piccola che non si può neanche vedere”, ha affermato la commissaria europea per la Salute, Stella Kyriakides. In una conferenza stampa, lei ha sottolineato che, di fronte alle emergenze sanitarie, l’Unione deve essere pronta per reazioni avanzate, preparare sempre innovazioni biomediche e avere la capacità di sviluppare e depositare componenti essenziali. La nuova agenzia potrebbe funzionare secondo il modello della forte Biomedical Advanced Research and Development Agency (BARDA) degli USA, che è subordinata al Dipartimento della Salute americano e che dispone di mezzi enormi per collaborare con laboratori di specialità.
Secondo alcune proposte normative, sarà possibile dichiarare lo stato di emergenza sanitaria a livello dell’Unione, in collaborazione con l’organizzazione Mondiale della Sanità, ma in modo indipendente. Si vedrà che cosa seguirà, tenuto conto che finora gli stati membri sono stati reticenti a rinunciare alle prerogative legate a questioni sanitarie. “La frammentazione delle misure rende gli stati più vulnerabili. Non lo possiamo permettere”, ha ammonito la commissaria per la Salute. In una prima tappa, l’Agenzia Europea del Farmaco e il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie potrebbero estendere i loro mandati per monitorare meglio le capacità dei Paesi e per seguire il numero dei letti disponibili negli ospedali.
D’altra parte, Stella Kyriakides ha dichiarato che il vaccino anti-COVID commissionato dall’esecutivo comunitario presso le compagnie Pfizer e BioNTech arriverà in tutti gli stati membri, dopo che sarà inoltrata la documentazione necessaria per l’autorizzazione all’Agenzia Europea del Farmaco. Si tratta di 200 milioni di dosi, con la possibilità di aumentare di altri 100 milioni. Il contratto è stato firmato dopo che i produttori hanno annunciato che il vaccino ha un’efficacia di oltre il 90% nella prevenzione della malattia, secondi i dati iniziali provenienti da un ampio studio di fase 3. La Commissione Europea ha firmato accordi per la fornitura di vaccini prodotti da AstraZeneca, Sanofi e Johnson&Johnson e continua i negoziati anche con altre compagnie farmaceutiche.