Canicola e prezzi dell’energia
La canicola che ha colpito ultimamente la Romania ha portato alla crescita del consumo di energia elettrica nelle abitazioni. I principali consumatori sono ovviamente gli impianti di aria condizionata. I dati offerti dalla Compagnia Nazionale di Trasporto di Energia Elettrica “Transelectrica” rilevano che la differenza di consumo è stata assicurata da importazioni, con una media che, nelle ultime settimane, si aggira su 1.000 megawatt al giorno. Le più importanti fonti di produzione sono le centrali idroelettriche, seguite da quelle a carbone, dalla centrale nucleare di Cernavodă (sud-est) e da quelle a base di idrocarburi. Gli impianti fotovoltaici, eolici e la biomassa rappresentano solo una piccola parte della produzione romena di energia. D’altronde, la Romania non dispone di capacità produttive di energia meno cara perché, negli ultimi sei anni, non è stata attivata nessuna struttura nuova, moderna.
Neanche a breve termine sono possibili cambiamenti in merito. Perciò, l’unica cosa che i romeni possono fare per non essere costretti a pagare bollette salate è di fare attenzione al consumo. Il prezzo dell’energia elettrica è aumentato in tutta l’Europa sullo sfondo di una domanda sempre più alta da parte dell’economia, che si è ripresa dopo il periodo acuto della pandemia. Inoltre, in Romania, dal 1° luglio, il mercato dell’energia elettrica e del gas naturale è stato completamente liberalizzato e i prezzi per i consumatori domestici sono aumentati significativamente.
Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, il tasso inflazionistico annuo è arrivato al 5% nel mese di luglio, confermando le recenti dichiarazioni del Governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu. E la Banca Centrale della Romania anticipa che, entro la fine dell’anno, l’inflazione aumenti al 5,6%. I maggiori rincari — secondo gli esperti di statistica — sono stati registrati per le merci non alimentari, di quasi l’8%. Le maggiori crescite riguardano l’energia (circa il 25%), il gas (oltre il 20%) e i combustibili (13%), che, a loro turno, generano aumenti di prezzi per quasi tutte le merci e i servizi.
Il premier liberale Florin Cîțu dichiara che la situazione non deve destare preoccupazione e che l’aumento dei prezzi è temporaneo, sullo sfondo dell’aumento permanente degli incassi della popolazione. L’opposizione socialdemocratica afferma invece il contrario, aggiungendo che, nel contesto della “liberalizzazione selvaggia” del mercato dell’energia, che ha portato a “crescite esplosive” delle tariffe all’energia elettrica e al gas, la situazione dei consumatori vulnerabili — pensionati, impiegati con stipendi bassi e famiglie con molti figli — si è aggravata. Stando al PSD, che cita l’Istituto Nazionale di Statistica, il 41% delle famiglie del settore urbano e il 36% di quello rurale hanno ritardi di più mesi nel pagamento delle bollette ai fornitori. Perciò, il partito sollecita l’adozione urgente di una Legge sul consumatore vulnerabile.
Roxana Vasile, 12.08.2021, 14:18
La canicola che ha colpito ultimamente la Romania ha portato alla crescita del consumo di energia elettrica nelle abitazioni. I principali consumatori sono ovviamente gli impianti di aria condizionata. I dati offerti dalla Compagnia Nazionale di Trasporto di Energia Elettrica “Transelectrica” rilevano che la differenza di consumo è stata assicurata da importazioni, con una media che, nelle ultime settimane, si aggira su 1.000 megawatt al giorno. Le più importanti fonti di produzione sono le centrali idroelettriche, seguite da quelle a carbone, dalla centrale nucleare di Cernavodă (sud-est) e da quelle a base di idrocarburi. Gli impianti fotovoltaici, eolici e la biomassa rappresentano solo una piccola parte della produzione romena di energia. D’altronde, la Romania non dispone di capacità produttive di energia meno cara perché, negli ultimi sei anni, non è stata attivata nessuna struttura nuova, moderna.
Neanche a breve termine sono possibili cambiamenti in merito. Perciò, l’unica cosa che i romeni possono fare per non essere costretti a pagare bollette salate è di fare attenzione al consumo. Il prezzo dell’energia elettrica è aumentato in tutta l’Europa sullo sfondo di una domanda sempre più alta da parte dell’economia, che si è ripresa dopo il periodo acuto della pandemia. Inoltre, in Romania, dal 1° luglio, il mercato dell’energia elettrica e del gas naturale è stato completamente liberalizzato e i prezzi per i consumatori domestici sono aumentati significativamente.
Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, il tasso inflazionistico annuo è arrivato al 5% nel mese di luglio, confermando le recenti dichiarazioni del Governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu. E la Banca Centrale della Romania anticipa che, entro la fine dell’anno, l’inflazione aumenti al 5,6%. I maggiori rincari — secondo gli esperti di statistica — sono stati registrati per le merci non alimentari, di quasi l’8%. Le maggiori crescite riguardano l’energia (circa il 25%), il gas (oltre il 20%) e i combustibili (13%), che, a loro turno, generano aumenti di prezzi per quasi tutte le merci e i servizi.
Il premier liberale Florin Cîțu dichiara che la situazione non deve destare preoccupazione e che l’aumento dei prezzi è temporaneo, sullo sfondo dell’aumento permanente degli incassi della popolazione. L’opposizione socialdemocratica afferma invece il contrario, aggiungendo che, nel contesto della “liberalizzazione selvaggia” del mercato dell’energia, che ha portato a “crescite esplosive” delle tariffe all’energia elettrica e al gas, la situazione dei consumatori vulnerabili — pensionati, impiegati con stipendi bassi e famiglie con molti figli — si è aggravata. Stando al PSD, che cita l’Istituto Nazionale di Statistica, il 41% delle famiglie del settore urbano e il 36% di quello rurale hanno ritardi di più mesi nel pagamento delle bollette ai fornitori. Perciò, il partito sollecita l’adozione urgente di una Legge sul consumatore vulnerabile.