Cambieranno le regole dello Spazio Schengen?
L’euforia con la quale, non molto tempo fa, l’Occidente salutava la cosiddetta primavera araba è stata sostituita dalle angosce che l’autunno e l’inverno hanno portato fino nel cuore dell Europa. Le 130 vittime degli attentati di Parigi, l’allerta terrorismo di Bruxelles, diventata deserta per quasi una settimana, il Capodanno di Colonia con disordini stradali e molestie sessuali, tutte danno la misura della debolezza europea davanti alle barbarie. E proprio la mancanza di soluzioni davanti alla crisi generata dal fenomeno migratorio, mette ancora una volta in dubbio la libera circolazione nello spazio comunitario, uno dei pilastri fondamentali della costruzione europea.
Bogdan Matei, 06.01.2016, 15:43
L’euforia con la quale, non molto tempo fa, l’Occidente salutava la cosiddetta primavera araba è stata sostituita dalle angosce che l’autunno e l’inverno hanno portato fino nel cuore dell Europa. Le 130 vittime degli attentati di Parigi, l’allerta terrorismo di Bruxelles, diventata deserta per quasi una settimana, il Capodanno di Colonia con disordini stradali e molestie sessuali, tutte danno la misura della debolezza europea davanti alle barbarie. E proprio la mancanza di soluzioni davanti alla crisi generata dal fenomeno migratorio, mette ancora una volta in dubbio la libera circolazione nello spazio comunitario, uno dei pilastri fondamentali della costruzione europea.
Il governo di Copenaghen ha annunciato l’introduzione di controlli al confine con la Germania, a poche ore dopo che la Svezia aveva adottato misure simili al confine con la Danimarca. La decisione è stata annunciata dal premier danese Lars Lokke Rasmussen, assieme al monito che, se l’UE non è in grado di proteggere i suoi confini, anche altri paesi saranno costretti ad imporre controlli ai confini. Aggiungendo quindi che, seguito alle misure imposte dalla Svezia, il suo paese potrebbe confrontarsi con una grave minaccia a livello di ordine pubblica e sicurezza interna, causa il numero troppo alto di migranti illegali che potrebbero restare bloccati a Copenaghen.
A loro volta, le autorità di Stoccolma affermano che tentano di ridurre il numero di rifugiati che entrano nel loro paese. Ed i due stati scandinavi sono solo gli ultimi ad aver introdotto controlli nello spazio Schengen. Lo scorso settembre la Germania aveva imposto restrizioni al confine con l’Austria, mentre la scorsa settimana, la Norvegia, paese che non è membro dell’UE ma fa parte dello spazio di libera circolazione, aveva annunciato che tutte le persone senza visto d’ingresso sarebbero state bloccate. Controlli del genere, introdotti senza coordinazione, possono mettere in forse la libertà di circolazione nello spazio Schenghen, ammoniscono da Bruxelles i responsabili comunitari.
Il portavoce della Commissione Europea, Margaritis Schinas, riconosce che Bruxelles non ha ancora soluzioni per una crisi migratoria sempre più acuta. Schengen è una realtà. Si trova sotto pressione, però lavoriamo con gli stati dell’Area per normalizzare la situazione. Ribadisco che non esistono ricette miracolose per raggiungere la normalità, bensì il controllo e la crescita della sicurezza dei confini esterni, congiunti alla collaborazione con i paesi di origine dei migranti e di quelli colpiti. Si tratta di un equazione complessa, ha detto Margaritis Schinas.
La corrispondente di Radio Romania a Bruxelles nota il fatto che, già da dicembre, le autorità europee si sono dette contrarie ad un effetto domino dell’introduzione dei controlli ai confini interni dello Spazio Schengen, per mantenere il principio fondamentale della libertà di circolazione. D’altra parte però, i cittadini europei sono ancora in attesa di soluzioni.