Cambiamenti ministeriali e discussioni politiche
Il PSD, componente dominante nella coalizione governativa in Romania, cerca di superare in fretta il momento imbarazzante della settimana scorsa. Per i tre ministri che hanno rassegnato le dimissioni — la vicepremier Sevil Shhaideh, che era anche ministra dello Sviluppo Regionale, la ministra dei Fondi Europei, Rovana Plumb, e quello dei Trasporti, Răzvan Cuc -, il PSD ha trovato già sostituti. Le nuove proposte, stabilite dal Comitato Esecutivo Nazionale del partito (CEx), sono Paul Stănescu, al Ministero dello Sviluppo, Felix Stroe, ai Trasporti, e Marius Nica, ai Fondi Europei.
Florentin Căpitănescu, 16.10.2017, 12:56
Il PSD, componente dominante nella coalizione governativa in Romania, cerca di superare in fretta il momento imbarazzante della settimana scorsa. Per i tre ministri che hanno rassegnato le dimissioni — la vicepremier Sevil Shhaideh, che era anche ministra dello Sviluppo Regionale, la ministra dei Fondi Europei, Rovana Plumb, e quello dei Trasporti, Răzvan Cuc -, il PSD ha trovato già sostituti. Le nuove proposte, stabilite dal Comitato Esecutivo Nazionale del partito (CEx), sono Paul Stănescu, al Ministero dello Sviluppo, Felix Stroe, ai Trasporti, e Marius Nica, ai Fondi Europei.
Il rimpasto, insistentemente sollecitato dal premier Mihai Tudose, è stato reso ufficiale dopo lunghi e accesi colloqui all’interno del partito. Shhaideh e Plumb hanno lasciato l’esecutivo sullo sfondo delle accuse nei loro confronti in un caso di corruzione, fatto che, stando al premier, recava al governo un enorme danno d’immagine, mentre l’ex ministro Cuc aveva delle carenze per quando riguarda l’efficacia. Per i commentatori, l’uomo forte del partito, Liviu Dragnea, doveva scegliere fra il premier Mihai Tudose, da una parte, e Shhaideh e Plumb, dall’altra. Con Tudose, Dragnea ha avuto problemi significativi di “comunicazione”, come ha confessato il leader del partito dopo la seduta del Comitato Esecutivo del partito in cui le due ministre hanno dato le dimissioni.
Invece, con Shhaideh soprattutto, Dragnea ha avuto ed ha rapporti speciali — è stato il trampolino che l’ha promossa ai vertici della politica. Non a caso Dragnea l’aveva proposta, ad un certo momento, come premier, mentre dopo l’ha promossa nella più importante carica governativa, dopo quella del premier. Gli osservatori politici sostengono che Dragnea non aveva altra scelta, doveva accontentare il premier, perché non avrebbe potuto accettare le sue dimissioni come alternativa per uscire dalla situazione creata. Questo perché il PSD aveva sciolto, a giugno, tramite mozione d sfiducia, il proprio governo presieduto da Sorin Grindeanu. Sarebbe stato troppo se, qualche mese dopo, e a neanche un anno da quando ha assunto il governo, il PSD avesse proposto un terzo premier.
Tuttavia, il partito si prende cura delle due ex ministre: Shhaideh sarà consigliere di stato, mentre Plumb sarà nominata alla direzione della Commissione affari europei della Camera dei Deputati. D’altra parte, i cambiamenti effettuati dal PSD mettono sotto pressione il partner junior nella coalizione, l’ALDE, il cui membro Viorel Ilie, ricopre l’incarico di ministro per la relazione col Parlamento ed è pure lui sotto inchiesta in un dossier di corruzione. Finora l’ALDE si è mantenuta ferma sulla posizione, insistendo che non lo ritirerà dall’incarico. Dal canto suo, il PNL, il principale partito dell’opposizione, ha annunciato che inoltrerà una mozione di sfiducia contro il governo, sullo sfondo della crisi politica provocata dal PSD e degli scarsi risultati economici. (tr. G.P.)