Bilancio della prima presidenza romena del Consiglio UE
Per la prima volta dalla sua adesione allo spazio comunitario, a gennaio 2007, la Romania ha ricoperto, nella prima metà di quest’anno, la presidenza del Consiglio UE. Una presidenza energica e di successo, come caratterizzata dal presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, adesso, a fine mandato, e durante la quale Bucarest ha concluso con successo 90 dossier in 100 giorni.
Corina Cristea, 01.07.2019, 13:43
La prima parte del mandato ha avuto come principale obiettivo quello di portare a compimento questi dossier, perché seguiva la campagna per le elezioni europee del 23-26 maggio, con tutte le restrizioni imposte dal periodo preelettorale. L’Unione Bancaria, il miglioramento del regime di lavoro e dei diritti sociali, l’approfondimento del Mercato Unico, la decarbonizzazione dei trasporti, il consolidamento dell’Europa digitale e la direttiva sul gas naturale — sono solo alcuni dei dossier menzionati. Dossier difficili, complessi, negoziati dalla Romania e portati a compimento, come sottolineava la premier socialdemocratica Viorica Dăncilă.
Bucarest ha agito per contrastare la disinformazione e garantire elezioni libere e corrette. Non in ultimo, ha contribuito all’obiettivo di un’Europa più sicura, tramite la promozione di dossier che migliorano la sicurezza delle carte d’identità o che rafforzano la polizia di confine e la guardia costiera a livello europeo. La Romania è stata impegnata attivamente anche nei negoziati sulla Brexit, durante il suo mandato essendo portate a compimento e adottate nel Consiglio 15 proposte legislative volte a limitare gli effetti di un eventuale ritiro senza accordo della Gran Bretagna, allo scopo di proteggere i cittadini e l’ambiente d’affari.
Un momento speciale del mandato romeno resta il vertice europeo organizzato il 9 maggio, a Sibiu, nel centro del Paese, apprezzato dai leader europei. Tutti coloro che si sono impegnati in buona fede hanno contribuito al successo della presidenza romena del Consiglio UE, ha dichiarato anche il presidente Klaus Iohannis, sottolineando il ruolo speciale dell’equipe romena che ha lavorato a Bruxelles.
Fatto notato, d’altronde, anche dall’ambasciatore romeno a Bruxelles, Luminiţa Odobescu: E’ un enorme lavoro dei miei colleghi di Bruxelles, dei colleghi di Bucarest, un lavoro d’equipe, uno sforzo immenso. È uno sforzo della diplomazia romena ed è molto importante ammettere questa cosa: la diplomazia romena è stata all’altezza, e non lo dico io, quale membro del Corpo Diplomatico, lo dicono gli altri. È importante, quando abbiamo fatto bene una cosa, ammetterlo, e voglio ringraziare la mia equipe di Bruxelles, sono giovani che hanno lavorato per questa presidenza con molto entusiasmo, orgoglio, accanimento — questa credo sia stata la parola che ci ha caratterizzati, l’accanimento, la motivazione, e alla fine, si è visto nei risultati ottenuti.”
Tramite i 90 dossier conclusi abbiamo dimostrato che la nostra presidenza fornisce risultati concreti per i cittadini europei”, ha sottolineato il rappresentante permanente della Romania a Bruxelles.
Alla fine di una presidenza, posso dire simbolicamente che uno stato membro dà prova della propria maturità ed entra in un’altra tappa della sua evoluzione all’interno dell’Unione. E l’esperienza guadagnata da tutte le istituzioni coinvolte in questo processo da qualche anno, perché i preparativi per questo mandato iniziano molti anni prima del momento in cui viene assunto, deve essere valorizzata anche in futuro per promuovere gli interessi della Romania nell’Unione Europea”, ha affermato ancora l’ambasciatore Luminiţa Odobescu.