Bilancio anticorruzione
Bogdan Matei, 26.02.2016, 15:48
Sulla campagna avviata contro la
corruzione al vertice in Romania si è detto che già supera la celebra
operazione Mani pulite in Italia. Grazie alla Direzione Nazionale
Anticorruzione (DNA), la punta di lancia della campagna in Romania, il 2015 è
stato un anno delle prime nella Giustizia romena. L’indagine nei confronti di
un premier in carica e ulteriormente il suo rinvio a giudizio, Victor Ponta, e
il fermo di un giudice della Corte Costituzionale, Toni Grebla, e del sindaco
indipendente della capitale Bucarest, Sorin Oprescu, sono i casi più clamorosi
della DNA.
Sempre l’anno scorso, è stato
chiesto il via libera al fermo e alla custodia cautelare di un ministro in
carica, Darius Valcov, titolare del Ministero delle Finanze, sono stati fermati
tre dei sei sindaci dei rioni della capitale, sono stati rinviati a giudizio 20
attuali oppure ex membri del Parlamento, 14 sindaci di città, nove presidenti
di consigli provinciali e un prefetto.
A destra o a sinistra, nella
maggioranza o nell’opposizione, di Bucarest o di altre città, i protagonisti
dei casi di corruzione provengono dall’intera compagine politica e dall’intero
Paese. Stando ad un comunicato della DNA, il tasso di condanna resta al 90%, il
che rivela la qualità delle prove sulle quali vengono costruiti i casi penali e
il professionalismo dei procuratori anticorruzione. Il capo della DNA, Laura
Codruta Kovesi, ha pure annunciato che in seguito alle decisioni definitive
dell’anno scorso dei tribunali, lo stato ha da recuperare quasi 200 milioni di
euro. La Kovesi ha insistito, nuovamente, sull’importanza dell’esecuzione delle
sentenze, inclusivamente tramite il recupero dei danni.
La giustizia compie un ingente
sforzo per indagare e risolvere i casi di corruzione adoperando le risorse
finanziarie della società. Poi, alcuni condannati non scontano integralmente la
pena data dai giudici. Alcuni godono di libertà condizionata, senza che sia
recuperato il danno, oppure avvalendosi di espedienti amministrativi. Simili
situazioni portano gradualmente alla perdità dell’autorità dello stato e ad una
grave mancanza di fiducia nelle istituzioni, ha detto la Kovesi.
Presente alla seduta di bilancio
della DNA, il presidente romeno Klaus Iohannis ha affermato che la lotta alla
corruzione deve cotninuare a gonfie vele. Iohannis ha criticato l’atteggiamento
del Parlamento nei confronti degli eletti con problemi penali ed ha ammonito
che la loro immunità non dev’essere un ostacolo per la Giustizia. Anche il
premier Dacian Ciolos ha valutato che, per ridare la fiducia ai cittadini nelle
istituzioni dello stato, occorre un impegno congiunto tra
parlamento-governo-sistema giudiziario. Molto presente, subito dopo l’inizio
del mandato, nei dibattiti pubblici, il neoambasciatore degli Usa a Bucarest,
Hans Klemm, si è congratulato con la Romania per i successi nella lotta alla
corruzione, di cui ha detto che è un veleno per qualsiasi democrazia. (traduzione di Adina Vasile)