Bilanci politici
Un governo in arrivo, altri che se ne stanno andando! E per quelli successivi presieduti per quasi 4 anni dal socialdemocratico Victor Ponta lunedì è stato il momento del bilancio. E’ stato fatto non dall’ex capo dell’esecutivo, il quale dice che non è stato invitato, bensì da Liviu Dragnea, il leader del PSD, principale formazione dell’ex compagine governativa.
Roxana Vasile, 17.11.2015, 11:49
Un governo in arrivo, altri che se ne stanno andando! E per quelli successivi presieduti per quasi 4 anni dal socialdemocratico Victor Ponta lunedì è stato il momento del bilancio. E’ stato fatto non dall’ex capo dell’esecutivo, il quale dice che non è stato invitato, bensì da Liviu Dragnea, il leader del PSD, principale formazione dell’ex compagine governativa.
I governi Ponta – ha detto Dragnea – hanno assunto nel 2012 un’economia che cominciava a superare gli anni di crisi e sono riusciti a consolidare la crescita economica al 3,8%,una delle maggiori nell’Unione Europea. Tra l’altro, nel 2013 i salari dei pubblici dipendenti sono tornati al livello del 2010, quando sono stati tagliati del 25% sullo sfondo della crisi economica.
Inoltre, da ottobre 2015, sono aumentati del 25% gli stipendi del personale sanitario e dell’insegnamento. Dal 2013 le pensioni sono cresciute annualmente. Da aprile 2012 ad agosto 2015 sono stati creati 320.000 nuovi posti di lavoro ed è calata la disoccupazione giovanile. Stando al leader PSD, Liviu Dragnea, attualmente il deficit di bilancio è all’1,5% del Pil, rispetto al 5,4% nel 2011.
La Romania ha preso meno prestiti dall’esterno e dal mercato interno, in quanto l’economia è andata bene, il Pil è cresciuto dai 133 miliardi di euro ai 158 miliardi di euro nel 2015. Così, il governo Ponta è riuscito ad avere soldi per fare due cose fondamentali: fare crescere il potere d’acquisto della maggioranza dei romeni, aumentando i redditi e riducendo le tasse, e incoraggiare l’imprenditoria tramite misure corrette incluse nel Codice fiscale, ha spiegato Liviu Dragnea.
Ci sono dei romeni che, pari a Liviu Dragnea, considerano che Victor Ponta sia stato il migliore premier che la Romania abbia avuto negli ultimi 25 anni. Sono contraddetti da coloro che gli imputano, tra l’altro, una relazione permanentemente conflittuale, a scapito del paese, con l’ex presidente Traian Basescu o presunti fatti di corruzione, arrivati davanti alla giustizia.
Al capitolo insuccessi di Ponta può essere inclusa anche la perdita, a novembre 2014, della gara per la presidenza del paese, a favore del controccandidato Klaus Iohannis. La prima reazione di quest’ultimo dopo la vittoria ottenuta è venuta su Facebook, diventato d’altronde il supporto prediletto di comunicazione con i romeni. Lunedì, a circa un anno da quando occupa la più alta poltrona nello stato, Klaus Iohannis ha parlato di sfide, tentativi e primi passi nel fare una politica diversa – con serietà, rispetto per i principi e meno scandalo tra i politici.
Segnato da dispute con il Parlamento, che si è scordato la promessa di autorizzare tutte le sollecitazioni di togliere l’immunità agli eletti sospettati di fatti di corruzione, il mandato presidenziale di Klaus Iohannis registra la maggiore crisi: la rinuncia al mandato da parte di Victor Ponta, dopo la tragedia nel club bucarestino Colectiv, e l’insediamento di un nuovo esecutivo.