Autonomia, regionalizzazione, decentramento
Autonomia, sì! Regionalizzazione, sì! Decentramento, sì! Però mai su criteri etnici! È il messaggio rivolto dal presidente Klaus Iohannis alle autorità locali della cosiddetta Terra dei Siculi, sita nel centro della Romania. Questa zona è formata dalle province Covasna e Harghita — dove il numero degli ungheresi è superiore a quello dei romeni — e da una parte della provincia di Mureş. In Covasna e Harghita, le autorità locali sono, nella maggior parte, eletti dell’Unione Democratica Magiari di Romania, che ha sempre fatto parte del Parlamento romeno nel periodo post comunista e, occasionalmente, delle varie coalizioni che si sono succedute al governo.
Roxana Vasile, 19.07.2017, 13:21
Autonomia, sì! Regionalizzazione, sì! Decentramento, sì! Però mai su criteri etnici! È il messaggio rivolto dal presidente Klaus Iohannis alle autorità locali della cosiddetta Terra dei Siculi, sita nel centro della Romania. Questa zona è formata dalle province Covasna e Harghita — dove il numero degli ungheresi è superiore a quello dei romeni — e da una parte della provincia di Mureş. In Covasna e Harghita, le autorità locali sono, nella maggior parte, eletti dell’Unione Democratica Magiari di Romania, che ha sempre fatto parte del Parlamento romeno nel periodo post comunista e, occasionalmente, delle varie coalizioni che si sono succedute al governo.
La Romania è stata sempre apprezzata per la sua preoccupazione di tutelare tutte le sue minoranze etniche, che rappresentano circa l’11% della popolazione totale di circa 20 milioni di abitanti. I magiari rappresentano la più numerosa minoranza, che però è spesso talmente scontenta dei diritti, d’altronde numerosi, che le vengono concessi, che vorrebbe, incoraggiata anche da Budapest, un’autonomia etnica. Vorrebbe vedere la Terra dei Siculi una regione con simboli propri, un presidente, un governo e un parlamento, tutti regionali.
In visita, martedì, in Covasna e Harghita, il presidente Klaus Iohannis ha notato che, troppo spesso, le realtà delle due province sono interpretate in una maniera che separa, che non fa altro che accentuare le differenze e promuovere l’ostilità e l’intolleranza nei confronti di coloro che appartengono ad un’altra etnia, maggioritari o minoritari. Sono vie che portano sicuramente al bloccaggio dell’evoluzione delle comunità e del Paese nel suo insieme — ha sottolineato Klaus Iohannis: “Credo che il decentramento sia d’obbligo, perché gli eletti locali sanno meglio di che cosa ha bisogno la comunità e devono disporre degli strumenti necessari per agire nell’interesse locale. La regionalizzazione è auspicabile, ma solo se fatta in modo da portare all’ammodernamento dell’amministrazione, essere più efficace nell’interesse dei cittadini e se porta alla creazione di nuovi posti di lavoro, tramite crescita economica. L’autonomia locale e regionale aiuta, ma l’autonomia su criteri etnici non è auspicabile, perché rallenterebbe lo sviluppo.”
Stando al capo dello stato, le province di Covasna e Harghita hanno, ad esempio, un potenziale speciale di sviluppo del turismo. Perciò, le autorità locali dovrebbero impegnarsi di più nella valorizzazione di questo settore. Klaus Iohannis: “Ci sono dei monumenti storici che rendono speciale questa regione, ci sono stazioni balneo-climatiche di importanza nazionale, riserve di acque minerali che vale la pena di sfruttare. Ci sono molte zone folcloristiche ed etnografiche da conservare, perché hanno una straordinaria capacità di attirare turisti romeni e stranieri. Perciò, i rappresentanti delle autorità pubbliche locali dovrebbero impegnarsi ancora di più nella valorizzazione di questo settore.”
Durante un incontro con circa 300 rappresentanti locali di Covasna e Harghita, a Klaus Iohannis è stata consegnata la bandiera della Terra dei Siculi. Il presidente ha risposto nella stessa maniera: aveva già pronta la bandiera romena e l’ha regalata a suo turno. (tr. G.P.)