Attacco terroristico a Londra
Una strana coincidenza, mercoledì, nell’Europa Occidentale! Mentre il Belgio segnava un anno dagli attentati nell’aeroporto e alla metropolitana di Bruxelles, conclusi con 32 morti e più di 320 feriti, i più gravi nella storia di questo Paese, in Gran Bretagna si verificava un attacco di tipo islamista. Un uomo con la barba, vestito di nero, è entrato con la macchina che guidava nella gente che si trovava sul famoso ponte Westminster, provocando morti e feriti, prima di accoltellare mortalmente un poliziotto, nel tentativo di entrare nell’edificio del Parlamento, e di essere, alla fine, ucciso dalle forze dell’ordine.
Roxana Vasile, 23.03.2017, 13:48
Il modo di operare è già ben noto — una vettura che entra a grande velocità nella folla, come notava l’analista di politica estera Cristian Mititelu, l’ex capo del dipartimento BBC in lingua romena: “E’ vero che è cambiata la tattica o il modo di agire di questi terroristi che prima utilizzavano esplosivi, armi automatiche, mezzi più complessi e pericolosi. Adesso, come hanno fatto a Nizza e a Berlino, vengono con una macchina, investono la folla, feriscono e massacrano persone… quindi usano altri mezzi che eludono, diciamo, le misure prese lungo gli anni dalle forze di sicurezza, che seguivano un altro tipo di attacco.”
Il presidente romeno, Klaus Iohannis, si è affiancato ai colleghi di numerosi altri Paesi di tutto il mondo che hanno condannato l’attentato di Londra ed ha trasmesso di essere solidale con le vittime e con la Gran Bretagna.
D’altronde, ultimamente, turisti o immigrati nei Paesi occidentali, i romeni appaiono spesso sulle liste delle vittime degli attacchi. E’ anche il caso di quello verificatosi mercoledì, nella capitale britannica, in cui due cittadini romeni sono stati feriti, subito dopo l’incidente essendo trasferiti all’ospedale per essere curati.
D’altra parte, non si può ignorare il fatto che la Gran Bretagna sta attraversando un periodo politico inedito, segnato dall’avvio delle pratiche per l’uscita dall’Unione Europea. Può questo attentato influire in qualche modo su questo processo? L’analista Cristian Mititelu: “Non credo. Certo che è, se volete, una diversione dalla preoccupazione principale e quasi esclusiva al momento, quella di preparare il divorzio dall’UE e di redigere un nuovo accordo di cooperazione. Non credo che ci siano influenze, perché a livello di sicurezza, la Gran Bretagna ha già segnalato che desidera mantenere legami quanto più stretti con i Paesi dell’Unione, a mantenere questo tipo di cooperazione, anche se a livello commerciale e su altri piani ci saranno grandi cambiamenti, dunque a mio avviso, da questo punto di vista, non ci saranno effetti sul processo di uscita dall’UE.”
Il Regno Unito si è affiancato, da mercoledì, al Belgio, alla Francia e alla Germania sulla sfortunata lista dei Paesi europei diventati, negli ultimi circa due anni, bersagli dei jihadisti, soprattutto cittadini radicalizzati dei rispettivi stati. Anche se, in futuro non sarà più membro dell’UE, la Gran Bretagna e i suoi valori non si arrenderanno di fronte al terrore, così come ciò non è successo neanche sul Continente. (tr. G.P.)