Attacco russo alle foce del Danubio
La guerra scantenata dai russi in Ucraina si è avvicinata molto alla Romania.
Bogdan Matei, 25.07.2023, 11:00
A Bucarest, il Ministero dellla Difesa precisa che, in questo momento, non esiste una minaccia diretta al territorio nazionale o alle acque territoriali della Romania. Anche il ministro degli Esteri, Luminiţa Odobescu, ha dichiarato che, al momento, la Romania, da membro della NATO e dell’Unione Europea, ha le garanzie più importanti e solide della sua intera storia. La ministra ha avuto una conversazione telefonica con il segretario di stato americano, Antony Blinken, assieme al quale ha condannato i recenti attacchi di Mosca contro i civili in Ucraina e contro l’infrastruttura fluviale e marittima, nonchè il modo cinico in cui la Federazione Russa lede la sicurezza alimentare globale.
Le dichiarazioni fanno seguito all’attacco russo con droni, che hanno colpito un’infrastrutturale portuale nella regione di Odessa (sud) e distrutto un deposito di grano. Il comando operativo ucraino del sud del paese sostiene che il nemico ha preso di mira in particolare la parte ucraina del Danubio, considerata via alternativa al trasporto di cereali. Più precisamente i russi hanno attaccato i porti fluviali Ismail e Reni, nel sud della Bessarabia, territorio romeno orientale annesso dall’Unione Sovietica stalinista nel 1940, a seguito di un ultimatum, andato nel 1991 all’Ucraina, da stato successore.
Il porto Reni, essenziale per il trasporto delle merci sul Danubio, dista circa 13 km in linea dritta dalla città romena di Galați. Almeno tre droni sono stati abbattuti dalla difesa antiaerea, però un quarto sarebbe riuscito a colpire un deposito di cereali. Anche il capo dell’amministrazione della città portuale Ismail, Rodion Abashev, ha confermato su Facebook l’attacco missilistico lanciato dalla Russia, a seguito del quale sei persone sono rimaste ferite. Una settimana prima, i russi hanno annunciato il ritiro dall’accordo sull’esportazione di cereali attraverso il Mar Nero, adottato a luglio 2022 sotto l’egida dell’ONU, con la mediazione della Turchia, che ha consenito, nonostante la guerra, l’export di 33 milioni di tonnellate di prodotti agricoli ucraini. Stando alle autorità di Kiev, oltre 400 milioni di persone dell’intero mondo dipendono dal cibo esportato dagli ucraini.
Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha condannato fermamente gli attacchi dell’esercito russo di invasione contro l’infrastruttura civile ucraina sul Danubio, molto vicino alla Romania. Questa escalation, avvenuta di recente, rappresenta un rischio serio alla sicurezza nel Mar Nero. Inoltre, intacca sul transito dei cereali dell’Ucraina nel prossimo futuro e, implicitamente, sulla sicurezza alimentare globale, ha twittato il capo dello stato. Dal canto suo, il premier romeno, Marcel Ciolacu, ha dichiarato che prendere di mira le infrastrutture portuali dimostra una volta in più l’intenzione della Russia di minare le esportazioni di cereali ucraini sui mercati globali, il che destabilizza gravemente la sicurezza alimentare mondiale.