All’esame, le leggi sulla giustizia
Definito dagli specialisti e dai commentatori una delle più diffuse e nocive forme di corruzione, l’abuso d’ufficio resta un tema di acceso dibattito nel Parlamento romeno. Mercoledì, i deputati e i senatori della Commissione speciale incaricata ad adattare la legislazione nel campo della giustizia alle decisioni della Corte Costituzionale non hanno più discusso della ridefinizione del reato di abuso d’ufficio, come aveva annunciato il presidente della commissione, l’ex ministro della giustizia socialdemocratico Florin Iordache. Quest’ultimo aveva affermato in precedenza che nessuno sarebbe disturbato se fosse imposta una soglia, che lui ha definito modica, di circa 19.000 lei, cioè meno di 5000 euro, per i danni recati tramite abuso d’ufficio.
Bogdan Matei, 02.11.2017, 14:11
Dall’opposizione, il PNL e l’USR hanno criticato questo rinvio ed hanno accusato il potere di voler evitare un dibattito onesto sul tema della soglia finanziaria minima imposta. Il deputato liberale Ioan Cupşa ha ribadito che il suo partito non desidera che sia stabilita alcuna soglia, anche se questa è una delle sollecitazioni della Corte. “C’è molta agitazione intorno a questo aspetto” — ha ammesso il presidente della Commissione giuridica del Senato, Robert Cazanciuc. Ex ministro, qualche anno fa, nel Governo PSD presieduto da Victor Ponta, Cazanciuc afferma che c’è bisogno di un testo di legge che possa essere compreso da ogni cittadino. Lui ha menzionato che alla commissione speciale sono state inoltrate più versioni relative all’abuso d’ufficio ed ha affermato che, se i socialdemocratici non hanno ancora inviato una proposta, vuol dire che non hanno ancora un punto di vista chiaro.
Gli avversari del potere accusano la maggioranza PSD-ALDE che, tramite l’istituzione di una soglia quanto più alta per i danni recati, cerchi di salvare i propri membri accusati di abuso d’ufficio, a cominciare dall’uomo forte della coalizione, il leader socialdemocratico Liviu Dragnea. I sospetti dell’opposizione, della società civile e della stampa sono amplificati dall’ampio pacchetto di leggi sulla riforma della giustizia, promosso dall’attuale guardasigilli Tudorel Toader.
Con lo scopo dichiarato di adattare la legislazione sia alle decisioni della Corte Costituzionale, che agli sviluppi nella società, il progetto prevede che il presidente del Paese sia escluso dalla procedura di nomina dei capi delle Procure Generale, anticorruzione e antimafia e che l’Ispezione Giudiziaria sia subordinata al ministero e non più al Consiglio Supremo della Magistratura.
“Se questo mix di misure sarà adottato dal governo e approvato dal Parlamento, gli sforzi fatti dalla Romania negli ultimi più di dieci anni saranno cancellati, e il sistema giudiziario tornerà in un’epoca in cui era subordinato alla politica – ha accusato, lo scorso mese, il presidente Klaus Iohannis.
Anche la società civile annuncia che, domenica, riprenderà, sotto lo slogan “Non siamo un popolo di ladri”, le ormai famose proteste antigovernative nel centro di Bucarest. (tr. G.P.)