Algeria: rimpatriate le salme dei romeni morti in crisi ostaggi
Un aereo militare ha rimpatriato le salme dei due romeni deceduti durante la crisi degli ostaggi in Algeria, in cui sono rimasti morti decine di dipendenti stranieri di un sito petrolifero del Paese. Circa 700 algerini e un centinaio di stranieri, tra cui anche tre romeni, sono riusciti a scappare o sono stati salvati dall’esercito.
Daniela Budu, 22.01.2013, 13:57
Un aereo militare ha rimpatriato le salme dei due romeni deceduti durante la crisi degli ostaggi in Algeria, in cui sono rimasti morti decine di dipendenti stranieri di un sito petrolifero del Paese. Circa 700 algerini e un centinaio di stranieri, tra cui anche tre romeni, sono riusciti a scappare o sono stati salvati dall’esercito.
All’incontro annuo con gli ambasciatori stranieri accreditati a Bucarest, il presidente romeno Traian Basescu ha dichiarato che il terrorismo si trova al confine meridionale dell’Unione europea, e ha sottolineato che le autorità romene non possono superare quanto è accaduto in Algeria senza dare una risposta, che verrà quando sarà ultimata la valutazione della crisi degli ostaggi.
“Le vicende avvenute in Algeria hanno riconfermato il fatto che gruppi terroristici forti sono capaci di uccidere i nostri cittadini. A questo punto, dobbiamo domandarci come difendiamo i nostri cittadini. Non possiamo superare le vicende dell’Algeria senza fare questa domanda a noi stessi. Quando vanno a lavorare con le nostre compagnie in terra straniera, partono col sentimento che il loro Stato li difenderà”, ha dichiarato Traian Basescu.
Da parte sua, il premier Victor Ponta ha spiegato di non aver nulla da rimproverare all’unità di crisi sulla situazione degli ostaggi, istituita a Bucarest.
“Dal mio punto di vista, l’unità di crisi ha fatto il suo compito. Per il resto, quello che è accaduto sul campo non è una cosa attinente alle autorità romene, così come non è attinente alle altre autorità dei nostri partner europei. L’intervento è appartenuto alle autorità algerine”, ha detto il premier.
Anche il ministro degli Esteri, Titus Corlatean, è stato ascoltato dalle Commissioni Esteri della Camera e del Senato, le quali hanno valutato che l’unità di crisi ha fatto il proprio compito. Il Ministero degli Esteri di Bucarest ha deplorato il fatto che le autorità algerine non hanno comunicato in tempo che il secondo romeno, deceduto in ospedale, era in gravi condizioni.
Invece, l’ambasciatore algerino a Bucarest sostiene che non c’è stato alcun problema di comunicazione da parte delle autorità del suo Paese, per quanto riguarda gli ostaggi romeni. (trad. Iuliana Anghel)