Alcune decisioni del Senato, contestate
România Internațional, 22.06.2016, 16:43
Il senatore socialdemocratico Şerban
Nicolae ha motivato la decisione con il fatto che è nell’interesse della
Romania e dei cittadini che questo Governo tecnocrate gestisca solo le
questioni correnti. Invece il liberale Puiu Haşotti ha affermato che non è mai
successo che sia bocciata la richiesta dell’Esecutivo di emettere ordinanze
durante la vacanza parlamentare, precisando che, lungo gli anni si è spesso
votato a favore di tale abilitazione persino nel caso di governi di minoranza.
D’altra parte, il Senato di Bucarest, foro
decisionale in questo caso, ha assicurato i sindaci, vicesindaci, presidenti e
vicepresidenti dei consigli provinciali unn ritiro senza preoccupazioni, dopo
che ha deciso per loro pensioni speciali
se hanno avuto almeno un mandato intero. Non beneficeranno di tale indennità
coloro che sono stati condannati in via definitiva con esecuzione durante il
periodo in cui hanno ricoperto l’incarico. Inoltre, la pensione speciale di un
eletto locale non può essere cumulata con quella di parlamentare.
Sostenuto dai socialdemocratici, il
disegno di legge è stato contestato, durante i dibattiti, dai liberali, stando
ai quali avrebbe una sfumatura populista. Il senatore liberale, Octavian Motoc,
è del parere che i sindaci dovrebbero avere stipendi più alti, anziché pensioni
speciali.
Un’altra decisione adottata dal Senato
romeno e criticata persino dal capo dello Stato, Klaus Iohannis, riguarda il
senatore socialdemocratico Titus Corlăţean, accusato dalla Direzione Nazionale Anticorruzione
di abuso d’ufficio e di aver impedito l’esercitazione dei diritti elettorali. Corlăţean
non può essere sottoposto ad un’inchiesta penale nel dossier sul voto
all’estero alle presidenziali del novembre 2014, perché il Senato non ha
approvato la richiesta dei procuratori della Direzione Nazionale Anticorruzione
di rimozione della sua immunità parlamentare. I procuratori sostengono che, nel
contesto dell’organizzazione delle elezioni, in veste di ministro degli Esteri,
Titus Corlăţean abbia organizzato in maniera discrezionale i seggi elettorali
all’estero e abbia ottenuto benefici indebiti per Victor Ponta, il candidato
proposto e sostenuto dal partito di cui era membro pure lui. Il beneficio
indebito è consistito nella limitazione del numero di cittadini romeni in grado
di esercitare il diritto di voto all’estero, dicono i procuratori. A novembre
2014, i romeni delle grandi città europee – Londra, Dublino, Madrid, Parigi,
Vienna – hanno denunciato lo scarso
numero di seggi elettorali e di personale nelle commissioni elettorali.