Aiuto internazionale nella crisi delle immunoglobuline
Già dall’anno scorso, i romeni afflitti da malattie del sistema immunitario dipendenti di immunoglobuline sono messi in una situazione intollerabile in uno stato che pensa alla salute dei propri cittadini: i produttori che assicuravano oltre l’80% del fabbisogno di prodotti del genere si sono ritirati dal mercato, generando una crisi rimasta ancora irrisolta. Ciò, sebbene il ministero della Salute abbia deciso di esentare, per due anni, i produttori di farmaci a base di derivati di sangue e plasma dal pagamento della tassa clawback che, adottata nell’autunno del 2011, impone ai produttori di medicinali di restituire allo stato romeno, in certe condizioni, una parte del profitto realizzato dalla vendita di farmaci scontati.
Roxana Vasile, 06.03.2018, 12:52
Già dall’anno scorso, i romeni afflitti da malattie del sistema immunitario dipendenti di immunoglobuline sono messi in una situazione intollerabile in uno stato che pensa alla salute dei propri cittadini: i produttori che assicuravano oltre l’80% del fabbisogno di prodotti del genere si sono ritirati dal mercato, generando una crisi rimasta ancora irrisolta. Ciò, sebbene il ministero della Salute abbia deciso di esentare, per due anni, i produttori di farmaci a base di derivati di sangue e plasma dal pagamento della tassa clawback che, adottata nell’autunno del 2011, impone ai produttori di medicinali di restituire allo stato romeno, in certe condizioni, una parte del profitto realizzato dalla vendita di farmaci scontati.
D’altra parte, i produttori sostengono che la principale causa della carenza di immunoglobuline sia questa tassa, che fa sì che il prezzo di molte di esse sia inferiore al costo di produzione. Le autorità competenti devono assolutamente individuare soluzioni, affinché i pazienti immunodeficienti non diventino prigionieri di un sistema in cui contano solo gli interessi pecuniari. Perché c’è chi pensa che la crisi sia, infatti, una forma di pressione delle compagnie sul Ministero dalla Salute per imporre un certo prezzo.
Per porre fine alla crisi delle immunoglobuline, che ha un grande impatto sulla vita di alcune persone, la Romania ha chiesto ufficialmente lunedì il sostegno degli stati dell’UE. La ministra della Salute, Sorina Pintea, ha annunciato di aver attivato il Meccanismo europeo di Protezione Civile, strumento istituito per una gestione efficace dei disastri. La decisione è stata approvata dal premier della Romania. Sorina Pintea: “Ci siamo impegnati in tutti i modi per risolvere questo problema. Lo stato romeno ha sospeso la tassa clawback per questo prodotto per un periodo di due anni e, tuttavia, non è successo niente. Nel mese di marzo non si annuncia l’entrata di nessuna fiala di immunoglobulina nel Paese, per aprile c’è qualche promessa, ma io non ci credo più alle promesse. Di conseguenza, abbiamo informato il Gabinetto del primo ministro e abbiamo ricevuto l’approvazione per avviare tale procedura. Praticamente, è un’allerta a livello europeo, tramite cui sollecitiamo immunoglobulina per la Romania.”
Parallelamente all’avvio del Meccanismo europeo di Protezione Civile, la Romania ha ricorso anche al Meccanismo NATO per le immunoglobuline. Stando al segretario di stato nel Ministero dell’Interno, Raed Arafat, la priorità ora è di individuare le scorte di farmaci che siano messi a disposizione delle autorità romene, che li devono procurare e portare urgentemente nel Paese. Le pratiche per l’acquisto di immunoglobuline spetteranno alla Compagnia Nazionale UNIFARM, il distributore di farmaci del Ministero della Sanità.