Agricoltura: allarme siccità in Romania
Nel 2015, in Romania è stato avviato un ambizioso programma di riabilitazione del vecchio sistema di irrigazioni, che, nel giro di cinque anni, quindi entro la fine del 2020, puntava ad arrivare ad una superficie irrigabile di circa due milioni di ettari. In realtà, in questo momento sono irrigabili solo circa 850.000 ettari, e il programma sarà continuato anche nei prossimi anni. Praticamente, solo il 10% della superficie agricola del Paese può essere irrigata, ma anche così i farmers hanno presentato domanda per circa 100.000 ettari, spiega il ministro dell’Agricoltura, Adrian Oros.
Corina Cristea, 27.04.2020, 12:18
Nel 2015, in Romania è stato avviato un ambizioso programma di riabilitazione del vecchio sistema di irrigazioni, che, nel giro di cinque anni, quindi entro la fine del 2020, puntava ad arrivare ad una superficie irrigabile di circa due milioni di ettari. In realtà, in questo momento sono irrigabili solo circa 850.000 ettari, e il programma sarà continuato anche nei prossimi anni. Praticamente, solo il 10% della superficie agricola del Paese può essere irrigata, ma anche così i farmers hanno presentato domanda per circa 100.000 ettari, spiega il ministro dell’Agricoltura, Adrian Oros.
La situazione è drammatica, poichè, pur essendo riconosciuta e apprezzata per i suoi campi fertili, l’agricoltura romena continua ad essere fortemente meteo-dipendente. Quasi niente piogge in Romania negli ultimi mesi, e neanche tanta neve lo scorso inverno, per cui le conseguenze sono sempre più evidenti. Ad aprile le precipitazioni hanno appena sfiorato sette litri al metro quadro, rispetto alla media pluriennale di 53 litri.
Il ministro Adrian Oros spiega che la Romania si confronta con una siccità storica, che presenta come forte ed estrema, mai vista negli ultimi anni. La più grave situazione su riscontra nella regione della Dobrugea, nella pianura del Bărăgan e nella Moldavia, cioè nel sud-est, nel sud e nell’est del Paese.
Nicolae Moraru, il sindaco di una località dell’est della Romania, presenta la situazione. Alcuni farmers in possesso di 400 – 500 ettari sono in situazioni difficili, con spese altissime. Rischiano il fallimento finanziario. Hanno garantito con i terreni acquistati, le case e i beni che hanno in proprietà. E’ una situazione disastrosa nella nostra zona, spiega il sindaco.
Stando al Ministero dell’Agricoltura, tre milioni di ettari dei campi coltivati in autunno sono già compromessi e i più colpiti sono quelli di colza, orzo, grano e segale. Molti farmers spiegano che in autunno pagheremo di più per il pane, però le autorità ritengono che sia troppo presto per simili ipotesi. In un’intervista ad una tv privata, il ministro Adrian Oros ha spiegato che, pur con la produzione dimezzata, il consumo interno sarebbe garantito lo stesso.
E’ troppo presto. Conta molto anche quello che accadrà in Europa e a livello mondiale. Nelle buone annate, quando è piovuto, la produzione di grano in Romania è andata su 7, 8 persino 9 milioni di tonnellate di grano, mentre noi consumiamo solo 2 milioni e mezzo – tre milioni al massimo. Lo stesso vale per il mais – una produzione di circa 14-15 milioni di tonnellate rispetto ad un consumo massimo di sette milioni di tonnellate. Quindi, anche se la produzione fosse dimezzata, il fabbisogno di consumo in Romania sarebbe assicurato, ha detto il ministro dell’Agricoltura.
Qualche buona notizia arriva anche dal fronte meteo: le previsioni per venerdì indicano piogge nell’intero Paese, ma non in grandi quantità: sono previsti mediamente 10 litri al metro quadro.