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Afghanistan: passaggio di consegne tra militari romeni

Nel 2014, la Romania avrà 1.364 militari nei teatri operativi dove sono impegnate le forze della NATO, con 351 in meno rispetto a quanti ne ha in questo momento, il che significa, principalmente, l’avvio del ritiro dall’Afganistan.

Afghanistan: passaggio di consegne tra militari romeni
Afghanistan: passaggio di consegne tra militari romeni

, 05.08.2013, 14:16

Nel 2014, la Romania avrà 1.364 militari nei teatri operativi dove sono impegnate le forze della NATO, con 351 in meno rispetto a quanti ne ha in questo momento, il che significa, principalmente, l’avvio del ritiro dall’Afganistan.



In questo Paese si è svolto in questi giorni il passaggio di consegne tra il Battaglione 32 Fanteria, noto come quello degli “Scorpioni Gialli”, che ritorna in Romania, e il Battaglione 151 Fanteria dei “Lupi Neri”, che ha iniziato una missione di sei mesi nella provincia di Zabul.



Ormai alla terza missione in Afghanistan, i Lupi Neri saranno l’unico battaglione di manovra nella Terza Brigata “Duke” della Prima Divisione americana. Il loro comandante, il tenente colonnello Sergiu Mungiu, ha riassunto a Radio Romania la missione dei militari romeni.



“Per primo — insieme alle autorità locali – proveremo ad appoggiare la popolazione locale dell’Afganistan per elevare il tenore di vita e rendere la sua esistenza quanto più dignitosa possibile. Un’altra parte del nostro lavoro sarà quella di sviluppare le capacità della Polizia afghana, per poter condurre in modo indipendente le loro missioni di pattugliamento e combattimento. Gli obiettivi che ci siamo proposti per questa missione sarebbero i seguenti: compiere con successo la missione affidata e tornare tutti a casa, sani e salvi”, ha dichiarato il tenente colonnello.



I militari romeni collaboreranno, di continuo, come finora, con i colleghi afghani, ai quali insegneranno come funzionano i dipartimenti di risorse umane e logistica, o il modo di manutenzione e riparazione della tecnica auto, usata in missioni in provincia di Zabul, ma anche nell’utilizzo dell’attrezzattura per le trasmissioni.



Per il prossimo anno, però, il calendario stabilito dal Consiglio Supremo di Difesa propone l’inizio del ritiro delle truppe romene dall’Afghanistan. In 11 anni di presenza in missioni di pattugliamento in questo Paese, insieme alla NATO, l’Esercito romeno ha perso 20 militari.



Con il ritiro, si parla sempre più spesso della necessità di sostenere l’esercito nazionale afghano anche al termine della missione della NATO, che si concluderà alla fine del 2014.



Un rapporto del Pentagono ammonisce che l’opzione del ritiro totale, sostenuta dalla Casa Bianca, mette in pericolo i progressi dell’esercito nazionale afghana e che, per molto tempo dopo il 2014, esso richiederà consulenza e supporto, compreso aiuto finanziario. La permanenza di alcuni militari, compresi 200 romeni, dopo il 2014, viene condizionata, però, dalla firma di alcuni accordi intergovernativi.



Un prova che il terrorismo continua a minacciare l’umanità è anche la recente decisione degli Stati Uniti, della Francia, della Germania e della Gran Bretagna, di chiudere temporaneamente le ambasciate in zone di conflitto, come il Nord Africa e Medio Oriente. (trad. Oana Avram)

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