Abrogato il ricorso compensativo
In vigore da due anni, la legge sul ricorso compensativo è stata abrogata, mercoledì, dal Parlamento di Bucarest, tramite il voto quasi unanime dei deputati. Ideata inizialmente dal Ministro della Giustizia del Governo tecnocrate in carica per circa un anno, la legge è stata adottata nel 2017, ai tempi dellEsecutivo presieduto dai socialdemocratici che sono subentrati al Potere. Il motivo: evitare sanzioni pesanti da parte della CEDU a causa delle pessime condizioni esistenti nelle carceri. Così, stando allAmministrazione Nazionale dei Penitenziari, in base al ricorso compensativo, quasi 23 mila persone sono state liberate dalle carceri, di cui quasi 19 mila con liberazione condizionale. Circa 2.300 sono state di nuovo incarcerate, alcune per aver commesso reati dopo la liberazione, altre perché cerano altre cause in corso in cui erano incolpate, in diversi stadi di istruzione, al momento della loro liberazione.
Roxana Vasile, 05.12.2019, 14:09
Arrivato al potere a ottobre, al posto del PSD, il Partito Nazionale Liberale, affiancato dallUnione Salvate la Romania, ammette che la legge ha avuto alla base problemi reali legati alle condizioni precarie esistenti nei penitenziari, però sostiene che, durante il precedente governo, è stata trasformata in una mascherata concessione della grazia. “La legge 169 del 2017 ha dimostrato una mancanza di saggezza e, in ugual misura, di buoni intenti come non si è mai vista in questo Parlamento. Sapevate quali sarebbero state le conseguenze, però, affinché alcuni dei vostri amici potessero essere liberati dai penitenziari, avete fatto liberare tutti, ha dichiarato il deputato liberale Ioan Cupşa.
I socialdemocratici si difendono e affermano che tutto coloro che sono usciti prima dal carcere in base al ricorso compensativo, sono stati liberati su decisione dei giudici. Alfred Simonis, il capogruppo dei socialdemocratici alla Camera che hanno votato a favore dellabrogazione della legge, ha ammesso le carenze dellex documento legislativo, affermando che la sicurezza dei cittadini è prioritaria di fronte a eventuali sanzioni che la CEDU potrebbe infliggere alla Romania per le condizioni precarie esistenti nelle prigioni. “Speriamo che, in futuro, il Governo in carica trovi tutti i metodi alternativi e tutte le misure per evitare le sanzioni della CEDU. Siamo arrivati tutti alla conclusione che, se succedesse così, forse è meglio pagare danni, che liberare i detenuti dai penitenziari, ha dichiarato Alfred Simonis.
Già nello stesso giorno in cui il ricorso compensativo è stato abrogato, sul sito del Ministero delle Finanze è stato pubblicato un disegno di legge secondo cui lo Stato romeno ha preso un prestito di 177 milioni di euro dalla Banca per lo Sviluppo del Consiglio dEuropa per la costruzione di due penitenziari. Saranno creati così 1900 nuovi posti per varie categorie di detenuti, in conformità agli standard europei.