16 anni dall’adesione della Romania all’UE
Dal 22 dicembre 1989 al 1° gennaio 2007 c’è stata una transizione della Romania da una delle dittature comuniste più dure del continente, quella di Nicolae Ceauşescu, allo status di membro dellUnione Europea. Preceduta dallammissione alla NATO, nel 2004, ladesione del Paese alle strutture comunitarie è stata considerata uno dei maggiori successi della classe politica di Bucarest, dominata, allepoca, dal presidente Traian Băsescu e dal primo ministro Călin Popescu-Tăriceanu. Ma tutti i partiti importanti hanno sostenuto quest’obiettivo, in sintonia con le aspettative della società romena. Gli archivi attestano che, nellautunno del 2005, ad esempio, la fiducia dei romeni nellUnione Europea era la più alta tra tutti gli Stati membri o in via di adesione.
Dopo ladesione, la Romania è diventata il settimo Paese dellUnione per numero di abitanti, e dopo la Brexit il sesto. La lingua romena è diventata una delle lingue ufficiali dellUnione e qualsiasi cittadino può rivolgersi alle istituzioni comunitarie in romeno. La denominazione stessa di Unione Europea, in romeno, ha ricevuto uno status ufficiale. Gli eurodeputati romeni hanno assunto i loro mandati nel Legislativo comunitario. Come agli altri Stati membri, alla Romania spetta anche una posizione di commissario europeo nellEsecutivo dellUnione. Al di là delle conquiste politiche, i vantaggi delladesione sono stati avvertiti anche nella vita quotidiana dei romeni, diventati cittadini europei. Loro possono viaggiare e stabilirsi ovunque nello spazio comunitario e competere sul mercato del lavoro in Paesi in cui gli stipendi sono molto più alti che a casa. Il commercio estero della Romania è dominato dall’interscambio con i partner dellUnione, mentre il prodotto interno lordo è cresciuto costantemente negli anni successivi alladesione.
I sondaggi demoscopici rilevano che la maggioranza dei romeni ritiene che la direzione in cui deve andare il proprio Paese in termini di alleanze politiche e militari sia lOccidente, cioè lUnione Europea, gli Stati Uniti dAmerica e la NATO. Sono dellopinione che ladesione allUnione Europea abbia portato piuttosto vantaggi. Tuttavia, circa due terzi hanno risposto che il loro Paese deve difendere i propri interessi nazionali quando sono in disaccordo con le regole dellUnione, anche se rischia di perdere la sua posizione di Stato membro del blocco comunitario. Molto meno hanno indicato che la Romania, in quanto Stato membro, deve rispettare le regole comunitarie, anche quando sono lesi i suoi interessi nazionali. In ogni caso, la maggior parte è dellopinione che lUnione Europea non dovrebbe sciogliersi nei prossimi anni. I sondaggi rilevano però anche la frustrazione della maggior parte dei romeni per il fatto che il loro Paese non sia ancora stato ammesso nellarea Schengen di libera circolazione, il che li fa sentire cittadini europei di serie B.
Bogdan Matei, 03.01.2023, 13:42
Dal 22 dicembre 1989 al 1° gennaio 2007 c’è stata una transizione della Romania da una delle dittature comuniste più dure del continente, quella di Nicolae Ceauşescu, allo status di membro dellUnione Europea. Preceduta dallammissione alla NATO, nel 2004, ladesione del Paese alle strutture comunitarie è stata considerata uno dei maggiori successi della classe politica di Bucarest, dominata, allepoca, dal presidente Traian Băsescu e dal primo ministro Călin Popescu-Tăriceanu. Ma tutti i partiti importanti hanno sostenuto quest’obiettivo, in sintonia con le aspettative della società romena. Gli archivi attestano che, nellautunno del 2005, ad esempio, la fiducia dei romeni nellUnione Europea era la più alta tra tutti gli Stati membri o in via di adesione.
Dopo ladesione, la Romania è diventata il settimo Paese dellUnione per numero di abitanti, e dopo la Brexit il sesto. La lingua romena è diventata una delle lingue ufficiali dellUnione e qualsiasi cittadino può rivolgersi alle istituzioni comunitarie in romeno. La denominazione stessa di Unione Europea, in romeno, ha ricevuto uno status ufficiale. Gli eurodeputati romeni hanno assunto i loro mandati nel Legislativo comunitario. Come agli altri Stati membri, alla Romania spetta anche una posizione di commissario europeo nellEsecutivo dellUnione. Al di là delle conquiste politiche, i vantaggi delladesione sono stati avvertiti anche nella vita quotidiana dei romeni, diventati cittadini europei. Loro possono viaggiare e stabilirsi ovunque nello spazio comunitario e competere sul mercato del lavoro in Paesi in cui gli stipendi sono molto più alti che a casa. Il commercio estero della Romania è dominato dall’interscambio con i partner dellUnione, mentre il prodotto interno lordo è cresciuto costantemente negli anni successivi alladesione.
I sondaggi demoscopici rilevano che la maggioranza dei romeni ritiene che la direzione in cui deve andare il proprio Paese in termini di alleanze politiche e militari sia lOccidente, cioè lUnione Europea, gli Stati Uniti dAmerica e la NATO. Sono dellopinione che ladesione allUnione Europea abbia portato piuttosto vantaggi. Tuttavia, circa due terzi hanno risposto che il loro Paese deve difendere i propri interessi nazionali quando sono in disaccordo con le regole dellUnione, anche se rischia di perdere la sua posizione di Stato membro del blocco comunitario. Molto meno hanno indicato che la Romania, in quanto Stato membro, deve rispettare le regole comunitarie, anche quando sono lesi i suoi interessi nazionali. In ogni caso, la maggior parte è dellopinione che lUnione Europea non dovrebbe sciogliersi nei prossimi anni. I sondaggi rilevano però anche la frustrazione della maggior parte dei romeni per il fatto che il loro Paese non sia ancora stato ammesso nellarea Schengen di libera circolazione, il che li fa sentire cittadini europei di serie B.