10 anni da firma Trattato adesione Romania all’UE
Dopo 10 anni dalla presentazione della domanda ufficiale di adesione, nel 1995, quando tutte le forze politiche hanno espresso il pieno sostegno all’integrazione, la Romania ha firmato il 25 aprile 2005 a Lussemburgo il Trattato di adesione all’UE. La firma è stata seguita, due anni più tardi, dall’ingresso ufficiale, insieme alla Bulgaria, nella grande famiglia europea.
Valentin Țigău, 27.04.2015, 12:47
Dieci anni dopo la firma del Trattato, la Romania sta valutando oggi le tappe percorse e sta cercando delle soluzioni per approfondire l’integrazione e per compiere le riforme necessarie alla riduzione delle differenze nei confronti dei Paesi forti dell’Unione.
Il processo di adesione, nell’ambito del quale la firma del Trattato è stato un notevole punto di riferimento, rappresenta, nella visione della diplomazia romena, il più importante obiettivo nazionale degli ultimi 25 anni. Accanto all’ingresso nella NATO, esso ha portato trasformazioni irreversibili nella modernizzazione della società romena, tramite il pieno raccordo al set di valori e principi europei ed euro-atlantici.
Il capo dello stato Klaus Iohannis crede che ora la Romania ha tutte le premesse per consolidare la posizione all’interno dell’Unione e promette che le autorità dello stato si adopereranno affinchè la voce della Romania sia più forte nel processo decisionale a Bruxelles.
Da parte sua, il premier socialdemocratico Victor Ponta sottolinea che l’Unione Europea è oggi parte integrante della vita dei romeni, uno statuto che offre loro numerosi vantaggi economici e sociali, nonchè benefici di sicurezza e diplomatici.
Da Bruxelles, il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, si è congratulato con Romania e Bulgaria nel decimo anniversario della firma del Trattato, dicendosi orgoglioso di essere stato, già dall’inizio, testimone del percorso dei due stati.
In questo momento, la Romania è interessata ad approfondire l’integrazione nell’UE, tra i suoi obiettivi annoverandosi l’abolizione del Meccanismo di cooperazione e verifica. Questo meccanismo, istituito all’ingresso di Romania e Bulgaria, sta monitorando la riforma del sistema giudiziario e la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata e sembra condizionare, ingiustamente, un altro obiettivo dei due Paesi, che è l’ingresso nell’Area Schengen.
Oltre al sistema giudiziario, per il quale la Romania ha cominciata ad essere posta come esempio, Bucarest si propone ancora di salire dalla posizione di fanalino di coda della classifica europea in una serie di settori quali istruzione, sanità, tutela ambientale o infrastruttura.