Volontari per l’esercito romeno?
La Romania non è in pericolo di guerra, ma l'esercito deve essere preparato a qualsiasi scenario.
Ştefan Stoica, 06.02.2024, 09:58
Prima della maratona elettorale come si annuncia quella del 2024, i politici romeni sanno bene che il tema di una possibile guerra estesa dalla Russia oltre i confini occidentali dell’Ucraina, sempre più presente nelle analisi militari e geopolitiche occidentali, ha un potenziale esplosivo e per questo lo evitano. Non lo ha fatto, però, perché non ha alcun motivo politico, il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Gheorghiţă Vlad. In una recente intervista rilasciata ad un’emittente radiofonica, il generale ha diciarato che la popolazione della Romania si deve preoccupare e che le autorità devono prepararla ad uno scenario indesiderabile come la guerra. Il capo di Stato Maggiore ha richiamato l’attenzione sulla carenza di personale nell’esercito e che i riservisti sono troppo vecchi per combattere sul fronte. Di conseguenza, ritiene il generale Vlad, è necessaria una legge che permetta agli uomini e alle donne fino a 35 anni di età di imparare volontariamente a sparare e ad effettuare una decontaminazione.
Alcuni politici hanno definito il monito come allarmista, incongruo con la posizione che dovrebbe adottare il capo militare dell’esercito. In sostanza, però, il generale Vlad ha inviato un messaggio simile a quelli lanciati dal suo omologo britannico o da alcuni politici occidentali. In questo contesto, i deputati e i senatori delle Commissioni Difesa hanno deciso di incontrare i rappresentanti del Ministero della Difesa. Lo ha annunciato il presidente ad interim della Camera dei deputati, Alfred Simonis, spiegando che in questo momento non c’è pericolo che la Romania venga coinvolta in una guerra, e che la popolazione deve restare calma, perché siamo membri della NATO. Ciò non significa che il Paese non debba essere sempre preparato a qualsiasi scenario, ha aggiunto Alfred Simonis. Al Parlamento non è stato inoltrato alcun disegno di legge sul tema della preparazione della Romania in caso di guerra, ha detto ancora Simonis.
Da parte sua, il ministro della Difesa, Angel Tîlvăr, ha dichiarato ad una rete televisiva che il servizio militare obbligatorio è escluso, ma che esiste un interessamento a livello del Ministero della Difesa per il servizio militare volontario. Il ministro ha ammesso che c’è carenza di personale nell’esercito, emersa a seguito della riduzione da 320.000 a 80.000 persone. Solo l’anno scorso quasi 7.000 persone hanno lasciato il sistema, ha menzionato il ministro. Di conseguenza, è necessario preparare riserve, cosa che sarà fatta con soldati volontari, ha detto Tîlvăr, precisado che si sta lavorando anche un progetto che prevede un tirocinio militare di diversi mesi e l’ottenimento di un premio al termine di questa formazione, per le persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Come le altre alte autorità, il ministro della Difesa ha assicurato che la Romania non corre il rischio di una guerra. Ciò non significa, ha sottolineato Angel Tîlvăr, che uno Stato serio, membro della più importante alleanza politico-militare della storia, non debba essere d’accordo e in linea con quanto accade negli altri eserciti. Il generale Vlad attirava l’attenzione anche sul fatto che le fabbriche d’armi romene non hanno la capacità di produrre le munizioni tipo NATO di cui ha bisogno l’Esercito.