Vertice europeo informale
I capi di stato e di governo comunitari si sono riuniti nei giorni scorsi a Granada per delineare il futuro dell'UE.
Sorin Iordan, 09.10.2023, 10:50
Il Summit informale dell’Unione Europeo, ospitato a Granada dalla presidenza spagnola del Consiglio dell’UE, si è concluso con una dichiarazione congiunta limitata, senza riferimenti ai dossier scottanti. La dichiarazione avrebbe dovuto includere elementi riguardanti la migrazione, l’allargamento dell’Unione Europea, la sicurezza nazionale e cibernetica e l’autonomia industriale dell’UE nei confronti di terzi paesi come la Cina, la Russia e gli Stati Uniti d’America.
Le principali vertenze sono apparse, prevedibilmente, in riferimento al patto europeo sulla migrazione. L’Ungheria e la Polonia si sono opposte con veemenza alla sua inclusione nella dichiarazine finale, e i media riferiscono che i leader di Budapest e Varsavia hanno pronunciato parole durissime.
Il premier ungherese, Viktor Orban, ha detto che l’Ungheria si sente legalmente stuprata quando gli stati membri dell’UE le impongono una soglia per la migrazione, mentre il premier polacco, Mateusz Morawiecki, ha definito una simile misura un diktat di Bruxelles, che non accetterà mai. Ma il regolamento europeo prevede che una decisione sul patto sulla migrazione non richiede l’unanimità, bensì la maggioranza dei voti, cosicchè, alla fine, l’UE avrà un simile patto, nonostante l’accanita opposizione dell’Ungheria e della Polonia.
Un altro tema importante che ha agitato le acque al vertice di Granada è stato l’allargamento dell’UE. La scadenza del 2030 per accogliere nuovi membri, lanciata dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, è stata bocciata. I leader europei, tra cui anche il presidente romeno, Klaus Iohannis, lo hanno ritenuta irrealistica. Il ministro degli Esteri spagnolo, Jose Manuel Albares, ha detto che gli stati candidati entreranno a far parte dell’Unione a seconda di sforzi e meriti’, dichiarazione rafforzata dalla presidente della Commissione Europea. Ursula von der Leyen ha affermato che l’allargamento dell’UE deve rimanere un processo basato su meriti individuali.
Quindi, la dichiarazione finale menziona che l’UE avrà oltre 30 membri. Tra gli stati candidati si annoverano la Repubblica di Moldova, l’Ucraina, i paesi dei Balcani Occidentali e la Turchia. Una decisione in grado di generare effetti è attesa, però, al vertice europeo in programma a dicembre. La presidente della Repubblica di Moldova, Maia Sandu, si è detta ottimista soprattutto in seguito alla risoluzione adotatta dal Parlamento Europeo, in cui si chiede l’avvio dei negoziati di adesione con Chişinău entro fine anno. Intanto, però, la Dichiarazione di Granada mantiene l’impegno dei 27 capi di stato e di governo per un’Europa forte, dinamica, competitiva e coesa, in un mondo che cambia.