Un’ondata pandemica diversa
Molti contagi al giorno, ma pochi casi che necessitano ricovero ospedaliero, nella quinta ondata della pandemia.
Ştefan Stoica, 19.01.2022, 14:15
La pandemia di coronavirus è lungi dall’essere finita, ha ammonito l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel tentativo di mantenere gli stati del mondo a un livello di vigilanza elevato. Il monito giunge sullo sfondo della supposizione che il ceppo più mite Omicron possa portare alla fine della pandemia. Il numero dei casi è esploso, soprattutto in Europa. Ad esempio, la Francia ha registrato quasi mezzo milione di contagi al giorno. L’Omicron determina ricoveri ospedalieri e decessi, e persino i casi meno gravi soffocano le strutture sanitarie. Una crescita esponenziale dei casi, a prescindere dalla gravità delle varianti individuali, può portare a un inevitabile aumento dei ricoveri in ospedale e dei decessi”, attira l’attenzione l’OMS.
Anche la Romania si trova sotto l’assalto della nuova ondata. Il numero dei casi che si registrano ogni giorno ha superato 15 mila, un livello simile a quello del periodo di picco della precedente ondata, che ha provocato numerose vittime e ha messo a dura prova la resilienza del sistema sanitario. Ora, la situazione è diversa e l’aumento del numero di contagi da SARS-CoV-2 non crea problemi nel garantire l’assistenza sanitaria ai malati di Covid o affetti da altre malattie, afferma il ministro della Salute, Alexandru Rafila. Egli ha annunciato che, a breve, saranno operativi tutti e 230 i centri di valutazione ambulatoriale dei pazienti e che aumenterà la capacità di effettuare test.
Quanto agli alunni, tornati lunedì nelle aule, il ministro Rafila afferma che non si confrontano, al momento, con una crescita significativa dei contagi: Non ci confrontiamo con un’esplosione del numero di casi che blocchi gli ospedali e le terapie intensive nel caso dei bambini. Credo che tutti dobbiamo essere responsabili, consapevoli del fatto che l’interruzione dell’attività scolastica e le lezioni online, per molti bambini che, infatti, non hanno accesso alla scuola online, portano a conseguenze molto gravi sullo sviluppo dei bambini e bisogna capire bene questa cosa.”
Metà del Paese è in zona rossa dal punto di vista epidemiologico, con più di 3 casi per mille abitanti. La differenza, nella quinta ondata, è il numero ridotto di ricoveri ospedalieri, che ammonta a un quarto rispetto a quello della quarta ondata. I decessi, meno di 100, sono tra i più numerosi delle ultime settimane, però molto di meno rispetto al numero che si registrava ogni 24 ore lo scorso autunno. Non c’è neanche una grande pressione sulle terapie intensive.
Tuttavia, i motivi di preoccupazione non mancano, afferma il presidente del Collegio dei Medici di Romania, Daniel Coriu: Quello che io vedo come un pericolo, in primo luogo, è che appaiono più casi tra i bambini rispetto alla precedente ondata. È una cosa che dovrebbe preoccuparci. L’aspetto positivo è che, sebbene il tasso di crescita sia molto alto, tuttavia pochi malati hanno bisogno di essere ricoverati in ospedale. Invece, mi preoccupa il numero dei decessi, tra i non vaccinati. La vaccinazione, anche se non protegge dal contagio, tuttavia impedisce le forme gravi della malattia o il decesso”. La vaccinazione ha rappresentato un’opzione per meno della metà della popolazione elegibile della Romania.