Un anno di vaccinazione anti-Covid in Romania
Un anno dopo la somministrazione della prima dose anti-Covid sul suo territorio, la Romania si trova in una situazione epidemiologica relativamente buona, ma seguirà una nuova ondata della pandemia.
Corina Cristea, 28.12.2021, 12:43
A un anno dalla somministrazione in Romania della prima dose di vaccino anti-Covid, il Paese si piazza al penultimo posto nell’Unione Europea dal punto di vista del grado d’immunizzazione, con quasi 7,8 milioni di romeni che hanno completato il ciclo vaccinale. Cioè poco più del 40% della popolazione, oppure il 44% della popolazione elegibile. I dati ufficiali relativi alle persone che hanno fatto finora anche la terza dose indicano un numero di quasi 2 milioni di romeni. Solo alcuni brevi periodi di entusiasmo o di timore generato dalle successive ondate della pandemia hanno dato una spinta alla campagna vaccinale — una campagna che era iniziata bene e che piazzava la Romania ai primi posti.
Adesso, le autorità e gli esperti di sanità pubblica stimano che a gennaio inizierà una nuova ondata della pandemia in Romania, nel contesto del diffondersi del ceppo Omicron, del ritorno nel Paese per le feste dei romeni che lavorano all’estero e di coloro che torneranno dalle vacanze. Le strutture sanitarie si stanno già preparando per un nuovo periodo difficile, con un picco a febbraio e a marzo. La manager dell’Istituto di pneumotisiologia Marius Nasta di Bucarest, il medico Beatrice Mahler, ha dichiarato: “Ci aspettiamo a un periodo difficile per il sistema sanitario. Non solo perché il tasso vaccinale è abbastanza basso, ma anche perché in Romania ci sono molte persone affette da malattie croniche che, purtroppo, in questi due anni, sono andate molto raramente dai medici specialisti per una rivalutazione del loro stato di salute. Una parte ha rinunciato alle cure e questa categoria è molto più vulnerabile di fronte al contagio da un virus che si trasmette per via respiratoria.”
I moniti legati al grado elevato di trasmissione del virus ricordano che, quest’autunno, la Romania ha attraversato la più difficile ondata di contagi dal coronavirus dall’inizio della pandemia. Dopo che in estate, nonostante le ripetute avvertenze degli epidemiologi, le restrizioni anti-Covid sono state allentate e le norme sanitarie in vigore sono state poco rispettate, l’inizio dell’autunno ha portato record di casi accertati, di pazienti ricoverati negli ospedali e di decessi associati al SARS-CoV-2.
Nel mese di ottobre 2021 sono stati rilevati oltre 400 mila nuovi contagi da COVID-19 e oltre 10.700 decessi associati al coronavirus. I sovraccarichi degli impianti nei reparti di malattie infettive hanno provocato anche due tragici incidenti quel mese, in cui 11 persone hanno perso la vita. Per prevenire nuove simili situazioni drammatiche, la vaccinazione resta l’arma più importante — lo dicono i medici e gli specialisti di tutto il mondo. A Bucarest, il coordinatore della campagna vaccinale nazionale, il medico Valeriu Gheorghiță, ribadisce l’esortazione all’immunizzazione, sottolineando che solo tramite empatia, onestà e dialogo si possono contrastare la disinformazione, l’esitazione, lo scetticismo e la sfiducia.