UE, i futuri vertici istituzionali
Il presidente della Romania ha partecipato alla riunione del Consiglio Europeo a Bruxelles, dove sono stati decisi i futuri vertici delle istituzioni comunitarie.
Corina Cristea, 28.06.2024, 13:54
Riuniti per la seconda volta dopo le elezioni europee svoltesi all’inizio del mese, i leader europei hanno stabilito chi occuperà le posizioni chiave nelle istituzioni comunitarie. Ursula von der Leyen è stata nominata alla presidenza della Commissione, la premier estone, Kaja Kallas, alla carica di Alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, mentre l’ex primo ministro portoghese, Antonio Costa, assumerà la presidenza del Consiglio Europeo. Le tre cariche sono quindi divise tra i tre gruppi politici che formano la maggioranza al Parlamento Europeo: Popolari, Renew e Socialdemocratici.
Dalla posizione di capo della diplomazia europea, la liberale Kaja Kallas si occuperà anche del tema della sicurezza dell’Unione. “È un’enorme responsabilità in tempi di tensioni geopolitiche, crescente instabilità a livello globale, e queste sono sfide per la politica estera dell’Unione europea”, ha dichiarato Kaja Kallas. Le nomine sono state concordate nel corso di una riunione negoziale ristretta alla quale hanno partecipato sei leader dei tre gruppi politici europeisti, favorevoli all’approfondimento dell’integrazione europea e al consolidamento delle prerogative di Bruxelles, una situazione che ha causato l’irritazione della premier italiana, Giorgia Meloni, che non è stata coinvolta nelle discussioni.
A negoziare le cariche sono stati il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, i premier polacco e greco, Donald Tusk e Kyriakos Mitsotakis, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier interinale olandese Mark Rutte. Meloni, il cui partito fa parte del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, ha valutato che i sei leader che hanno negoziato abbiano formato un’oligarchia che ha raggiunto un accordo, senza tenere conto del messaggio inviato alle urne dai cittadini alle elezioni svoltesi a giugno.
Un voto che ha confermato un’avanzata delle formazioni conservatrici euroscettiche, senza però ribaltare la maggioranza formata dai gruppi dei Popolari, Socialdemocratici e Liberali. I leader degli stati membri hanno adottato anche l’agenda strategica dell’Unione per i prossimi cinque anni, e le priorità sono la competitività economica, la difesa dei valori democratici, le riforme interne per l’allargamento dell’Unione e la sicurezza. Ciò include anche le spese che gli stati membri dovrebbero aumentare per la difesa.
Secondo Ursula von der Leyen, l’Unione avrà bisogno di 500 miliardi di euro in più per la difesa nei prossimi 10 anni. L’Ucraina resta un’altra priorità, sia dal punto di vista dell’adesione che del sostegno finanziario e militare. Durante i colloqui sull’Agenda Strategica dell’Unione, il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha sottolineato che il documento deve riflettere l’impegno comune a proseguire gli sforzi verso un’Unione più forte, più resiliente e più influente a livello internazionale.