UE: diritto europeo versus diritto nazionale
La Polonia ha denunciato, ieri, al Parlamento Europeo, le pressioni esercitate da Bruxelles e lapplicazione dei doppi standard, mentre la Commissione Europea ha minacciato Varsavia con sanzioni.
Daniela Budu, 20.10.2021, 13:33
Dibattiti accesi, ieri, al Parlamento Europeo, in seguito alla decisione della Corte Costituzionale della Polonia che ha messo in dubbio la precedenza della legislazione comunitaria su quella nazionale. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha ammonito che l’esecutivo dell’UE agirà per difendere “i valori comuni” dell’Unione. Sono profondamente preoccupata. Questa decisione mette in dubbio le fondamenta dell’Unione Europea. È una sfida diretta all’ordine legale europeo”, ha dichiarato il capo dell’esecutivo comunitario. L’esponente ha aggiunto che, in questa situazione, ci sono tre opzioni: avviare nuove procedure d’infrazione, avviare il nuovo meccanismo di protezione che presuppone la sospensione dei pagamenti dei fondi a Varsavia oppure ricorrere alla procedura di cui all’Articolo 7 del Trattato dell’UE che potrebbe togliere alla Polonia il diritto di voto.
La maggior parte degli eurodeputati ha precisato che tutti i Paesi dell’Unione concordano volontariamente con le norme comuni quando aderiscono all’Unione e ha insistito che, infatti, non c’è alcun conflitto tra l’ordine giuridico dell’Unione e la Costituzione della Polonia. A nome della presidenza slovena dell’UE, la ministra degli esteri slovena, Anze Logar, ha dichiarato che la supremazia del diritto europeo è il pilastro dell’Unione e la base della convivenza nella comunità europea. Presente al dibattito, il premier polacco, Mateusz Morawiecki, ha precisato che la supremazia del diritto dell’Unione non si estenderebbe al sistema costituzionale, mentre la Costituzione della Polonia si piazzerebbe al di sopra di qualsiasi altro principio di diritto. Ha aggiunto che la Polonia respinge “il ricatto” dell’UE e che, per il suo Paese, la Costituzione resta “la legge suprema”. Egli ha puntato sulle “differenze” fatte dall’UE tra gli stati membri ed ha sottolineato che la Polonia nota “una suddivisione tra Paesi forti e deboli, nuovi e vecchi”. D’altra parte, l’esponente ha insistito sulla volontà della Polonia di continuare a fare parte dell’Unione Europea.
Varsavia è da qualche anno in conflitto diretto con Bruxelles a causa delle controverse riforme giudiziarie applicate dal partito populista di destra Legge e Giustizia. Il conflitto ha culminato, di recente, con la decisione del 7 ottobre del Tribunale costituzionale polacco, che ha dichiarato alcuni articoli dei trattati dell’UE “incompatibili” con la legge fondamentale del Paese. La BBC nota che, secondo i sondaggi demoscopici, oltre l’80% dei polacchi è favorevole allo status della Polonia di membro dell’UE, in primo luogo perché dà loro la libertà di viaggiare e lavorare negli stati membri, accesso al mercato unico e ai fondi dell’Unione. Secondo la BBC, sempre più cittadini polacchi, soprattutto sullo sfondo della disputa tra Varsavia e Bruxelles, hanno cominciato a condividere l’opinione del governo polacco secondo cui Bruxelles avesse travalicato i propri poteri e attributi.