Sondaggio, i romeni e la direzione Ovest
Un nuovo sondaggio condotto da INSCOP mostra l'attaccamento dei romeni alla NATO e all'Unione Europea.
Daniela Budu, 22.01.2025, 11:39
Sebbene la Romania stia attraversando un periodo di profonda insoddisfazione e frustrazione sociale, queste non sono legate all’attaccamento dei cittadini alla NATO e all’Unione Europea. Uno studio INSCOP, pubblicato martedì, indica che il 90% dei romeni respinge l’idea di uscire dalla NATO, un livello record di adesione all’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord.
Secondo la ricerca, basata sui dati raccolti alla fine del 2024, negli ultimi tre anni si è registrato un aumento del 10% dell’adesione dei romeni alla direzione occidentale in termini di alleanze politiche e militari. Ma oltre la metà si sente esposta a disinformazione e fake news attraverso i canali televisivi e le reti sociali. Allo stesso tempo, più di tre quarti degli intervistati affermano che le loro opzioni di voto nelle ultime elezioni sono state influenzate da questo fenomeno.
Riferendosi ai dati dell’indagine, il direttore dell’INSCOP, Remus Ştefureac, ritiene che ciò che sta accadendo ora in Romania “non ha nulla a che fare con una diminuzione dell’adesione dei romeni al mondo euro-atlantico, ma è invece legato a problemi interni, problemi economici, sociali, a problemi legati alla mancanza di fiducia nella classe politica, all’integrità, alla mancanza di professionalità, alla sensazione di assestamento delle partite in modo che vinca un certo schieramento”.
Secondo Remus Ştefureac, si tratta di “questioni interne, attinenti al nostro dibattito interno, non sono argomenti legati al modo in cui i romeni si rapportano al mondo euro-atlantico”. L’indagine mostra inoltre che l’appartenenza della Romania all’Unione Europea è vista come un vantaggio in termini di implicazioni sulla vita economica e sociale, familiare e personale da quasi tre quarti degli intervistati. Tre anni fa, solo il 55% dei romeni lo credeva.
Allo stesso tempo, l’88% ritiene che la Romania debba rimanere nell’UE e il 78% considera che il futuro economico del paese dipenda dall’appartenenza all’Unione. Tre anni fa, un quarto della popolazione riteneva meglio per la Romania lasciare l’Unione. Attualmente, oltre la metà dei romeni considera che il paese debba mettere al primo posto gli interessi nazionali, anche se ciò significa violare le norme dell’UE.
Il sondaggio rileva inoltre che più della metà dei romeni ritiene che le autorità agiscano piuttosto nell’interesse di altri paesi, che l’economia sia controllata dagli stranieri, che lo stato aiuti le multinazionali più delle aziende romene o che esista un accordo tra i paesi più ricchi per mantenere la Romania in povertà. Allo stesso tempo, oltre il 60% dei romeni ritiene di essere considerati cittadini di rango inferiore in Europa, ma che la Romania sia culturalmente superiore ai paesi occidentali.
Infine, la ricerca conclude che il 69% degli intervistati voterebbe per un partito nazionalista o per un candidato nazionalista alle elezioni presidenziali. La ricerca è considerata una delle più rilevanti pubblicate dall’INSCOP negli ultimi anni, poiché fornisce una chiara comprensione delle insoddisfazioni sociali e dei fattori che influenzano le percezioni dei romeni nell’attuale contesto geopolitico.